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venerdì 16 gennaio 2015
Oscar 2015 - nominations.
Sono state annunciate in diretta live stream le nominations agli 87esimi Academy of Motion Picture Arts & Sciences Awards, i premi Oscar per l'anno solare 2014, per la prima volta con quattro “conduttori” – la direttrice dell'Academy Cheryl Boone Isaacs, Chris Pine, Alfonso Cuarón e J.J. Abrams – che hanno dato per la prima volta l'elenco completo dei candidati nelle 24 categorie in due tempi. Birdman e Grand Budapest Hotel conducono il gioco con 9 nominations a testa, solo che Birdman ha dalla sua tre attori – ma invece di parlare di chi c'è, come al solito, parliamo di chi manca. Già che siamo in tema: manca la colonna sonora di Antonio Sanchez, sempre per il film di Iñárritu, categoria in cui la lacuna maggiore è per la Mica Levi di Under The Skin, rimasto a bocca asciutta. Come quasi a bocca asciutta inaspettatamente è Gone Girl: anche qui niente colonna sonora, niente sceneggiatura adattata, niente regia né montaggio; solo la performance di Rosamunde Pike per un film che, all'uscita, era quotato come un arraffatutto. Arraffano tutto The Imitation Game, 8 candidature regalate – a partire da Keira Knightley considerata non protagonista, che si scontra a sorpresa con Laura Dern per Wild (dopo i due attori di Dallas Buyers Club Jean-Marc Vallée vede schierarsi questa attrice e Reese Witherspoon), la sorpresa più grande forse insieme a Bradley Cooper terzo anno di fila miglior attore (per colpa sua non c'è il buon Jake Gyllenhaal de Lo Sciacallo, né c'è la sua co-star Rene Russo; ma il film ha la nomination alla sceneggiatura) (settima volta, invece, per Robert Duvall, dopo Il Padrino e Apocalypse Now – erano quindici anni che non veniva considerato), con American Sniper quotatissimo più delle aspettative, anch'esso a 6 nomine. Al contrario, perde quota Selma, ridicolmente ridotto a due candidature: la splendida canzone originale e addirittura il miglior film. Nella canzone fanno capolino Adam Levine per Tutto Può Cambiare, Rita Ora per Beyond The Lights e i Lego di Everything Is AWESOME!!! che anche qui, come ai Golden Globes, non si vedono candidati al film d'animazione; c'è però come previsto la Principessa Splendente, insieme al tenero Song Of The Sea del già candidato (per The Secret Of Kells) Tomm Moore. Sono felicissimo (e attenzione uso la prima persona) per Whiplash, finalmente un film che non ci racconta dell'America (leggi: Boyhood – che resta il capofila, nonostante le sole 6 nominations), dell'americanismo (leggi: Clint Eastwood), o di un genio sepolto di cui c'eravamo dimenticati – eppure la sua viene considerata sceneggiatura non originale visto che è il rifacimento di un corto (oltre a quella, 4 nomine); finalmente un film per tutti e per pochi, e sono felicissimo anche per Marion Cotillard, fino alla fine ultima speranza di vedere Due Giorni, Una Notte e la sua immensa performance sotto giudizio dell'Academy dopo la dimenticanza nella shortlist del miglior film straniero. Niente sorprese invece qua: Ida adesso se la vede con Leviathan e forse incuriosisce Storie Pazzesche al posto di Turist ma all'Argentina va sempre bene (leggi: Il Segreto Dei Suoi Occhi). Se la vede bene anche Foxcatcher (5 candidature, Steve Carrell surclassato ad attore protagonista e Mark Ruffalo che arriva alla seconda volta dopo I Ragazzi Stanno Bene) e senza preavviso il Mr. Turner di Mike Leigh, che non vede Timoty Spall nella cinquina degli interpreti ma altre 4 nominations artistiche, tra cui la colonna sonora, dove fa doppietta Alexandre Desplat nella tiritera dei soliti nomi – e chiudiamo il cerchio. Qui il sito ufficiale mentre di seguito tutti i candidati di tutte le categorie; la cerimonia di premiazione si svolgerà la notte del 22 febbraio in diretta sulla Abc e su Sky Cinema.
film
American Sniper prodotto da Clint Eastwood, Robert Lorenz, Andrew Lazar, Bradley Cooper e Peter Morgan
Birdman o (Le Imprevedibili Virtù Dell'ignoranza) prodotto da Alejandro G. Iñárritu,
John Lesher e James W. Skotchdopole
Boyhood prodotto da Richard Linklater e Cathleen Sutherland
Grand Budapest Hotel prodotto da Wes Anderson, Scott Rudin, Steven Rales e Jeremy Dawson
The Imitation Game prodotto da Nora Grossman, Ido Ostrowsky e Teddy Schwarzman
Selma prodotto da Christian Colson, Oprah Winfrey, Dede Gardner e Jeremy Kleiner
La Teoria Del Tutto prodotto da Tim Bevan, Eric Fellner, Lisa Bruce e Anthony McCarten
Whiplash prodotto da Jason Blum, Helen Estabrook e David Lancaster
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giovedì 25 dicembre 2014
1-855-4-AMY-TIPS
L'amore Bugiardo
Gone Girl, 2014, USA, 149 minuti
Regia: David Fincher
Sceneggiatura non originale: Gillian Flynn
Basata sul romanzo omonimo di Gillian Flynn (Rizzoli)
Cast: Ben Affleck, Rosamund Pike, Neil Patrick Harris,
Tyler Perry, Carrie Coon, Kim Dickens, Patrick Fugit,
David Clennon, Lisa Banes, Missi Pyle
Voto: 7.8/ 10
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Nick e Amy portano avanti la splendida tradizione di regalarsi, ad ogni anniversario, il materiale che si festeggia: il cotone al primo anno, la carta al secondo, per il quinto – che è di legno – la sorpresa è la di lei scomparsa. Tornato a casa dal bar di cui è proprietario e in cui lavora la gemella, dall'ontologico nome “Il Bar”, Nick trova un tavolo ribaltato, un vetro rotto, e la moglie in nessuna stanza. Giunge la polizia che a questi indizi trova aggiunti macchioline di sangue, le buste con le filastrocche per la caccia al tesoro che lei aveva organizzato al marito, delle mutandine rosse, un diario di segreti letti fuori campo, una cartella clinica con gravidanza, una serie di acquisti on-line con carta di credito... E davanti a tutto questo Nick resta sbalordito, senza avere l'idea su come la moglie passasse le giornate, senza saperne il gruppo sanguigno, o che abbia una stretta amica nel quartiere. Riviviamo insieme ai giorni dell'abbandono gli episodi che hanno segnato la nascita e la formazione di questa coppia e scopriamo lui, mezzo rozzo e dalle modeste ambizioni, con un rapporto morboso gemellare e un padre rinchiuso in un ospizio a causa della demenza senile, e scopriamo lei, algida e bionda e magrissima e dai capelli impeccabili, i vestiti impeccabili, la casa impeccabile, i genitori onnipresenti che l'hanno resa una celebrità come personaggio dell'infanzia, impeccabile anzi mitico. Sembra la coppia di cui tutti vorrebbero essere metà, che tutti invidiano alle feste e in mezzo alla strada, ma allora perché Nick – totalmente incapace di gestire la stampa o gli investigatori – appare così colpevole pur non avendo accuse contro? Il suo alibi già traballante affonda quando si scopre un longevo tradimento con una delle sue studentesse... La trovata del colpevole o innocente di cui non abbiamo risposta per mezzo film è vecchia come il mondo e sir Hitchcock ci ha dimostrato come possa bastare a raccontare una storia in un film che si chiama Il Sospetto e che racchiude magistralmente il suo titolo. Interpretato da un Ben Affleck impacciato, un filo burino, sempre pronto a fare la cosa sbagliata al momento sbagliato, che lascia la telecamera di Argo post-Oscar e si mette (a nudo) davanti alla macchina da presa, Nick è il tipico personaggio che non deve apparire né buono né cattivo, né colpevole né innocente, di cui lo spettatore deve costantemente dubitare e contro il quale e a favore del quale deve schierarsi a intermittenza. Intento non portato a termine, soprattutto perché, al secondo o terzo dei colpi di scena che in questo film certamente non mancano, l'ex sconosciuta Rosamund Pike (cercatela in An Education o meglio La Versione Di Barney) ruba la scena, la fagocita, facendoci quasi dimenticare degli altri attori. Ricompare lei e la tensione esplode, la trama galoppa, il nostro interesse si fonde sulla poltrona chiedendoci continuamente come andrà a finire, aspettando trepidantemente la fine. David Fincher è maestro di quest'arte e film come Zodiac e Uomini Che Odiano Le Donne (non voglio citare l'abusato Fight Club) ce l'avevano dimostrato; il problema questa volta è che fa affidamento a un buon romanzo dando libertà alla sua scrittrice di trasportare su schermo quella sceneggiatura: bisogna avere fede e pazienza perché il film migliori; dopo un incipit debolissimo, la prima mezz'ora è tremenda, in-credibilmente surreale: sono surreali i dialoghi, visibilmente costruiti, tra questi due fratelli di cui lei soprattutto (Carrie Coon) è sovra-tono ed è surreale il personaggio della detective Kim Dickens, inaccettabilmente ridente e scherzante al primo sopralluogo; sono costruiti e finti i dialoghi primi di questa coppia affiatata, arguta, brillante, in cui ci si fa una sequela assurda di complimenti oltre che di regali, messi lì a sottolineare il capovolgimento imminente che però ci si aspetta. Grazie a Dio, tutto si dimentica presto, e la conclusione è ancora meglio delle supposizioni che si fanno durante la pellicola. Anche qui però lo scivolone: l'ultimo quarto d'ora frettolosissimo dimostra come sullo schermo sia più difficile lasciare con evanescenza e l'amaro in bocca lo spettatore elettrizzato. Peccato anche per Reznor & Ross, la cui colonna sonora – comunque magistrale – è molto meno valorizzata che in The Social Network.
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