lunedì 4 febbraio 2013

il prossimo film di Alfred Hitchcock.



Hitchcock
id., 2012, UK, 97 minuti
Regia: Sacha Gervasi
Sceneggiatura non originale: John J. McLaughlin
Basato sul romanzo Come Hitchcock Ha Realizzato Psycho
di Stephen Rebello (Il Castoro)
Cast: Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson,
Toni Collette, Danny Huston, Jessica Biel, James D'Arcy
Voto: 7/ 10
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Candidato a un Premio Oscar:
trucco
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L'ennesimo film della tradizione cinematografica che racconta parte della vita di un personaggio ma s'intitola come se raccontasse la sua vita intera o la sua psiche (l'anno scorso in Italia era Marilyn, quest'anno Lincoln) si chiama Hitchcock ma più che raccontare la vita del più celebre e celebrato regista sviluppatosi in UK e maturato in USA ci racconta del suo rapporto con la moglie co-sceneggiatrice (e tante altre cose) e della realizzazione del suo film più difficile, Psycho. E fa ridere: il regista arriva a questa pellicola subito dopo quella che aveva pure ottenuto un successo incredibile, Intrigo Internazionale, e nelle classifiche generali dei film migliori della storia del cinema quest'ultimo film è di poco sopra a quell'altro, ma alle spalle hanno due sviluppi diversissimi. Questo (Psycho) è il film di Hitchcock, è Hitchcock, fortemente voluto da Hitchcock durante una delle solite crisi creative che lo colpivano sempre tra un film e l'altro, quando tornare dietro alla macchina da presa era impresa dura perché reduce da un successo strepitoso, ed è anche il film che egli stesso ha prodotto, per la prima volta completamente privato di fondi di corporations, finanziato dopo aver ipotecato la casa e dimezzato le spese settimanali, sbeffeggiato dal resto del mondo che lo vedeva immerso in un progetto «nato morto». Ma quasi più protagonista di lui è sua moglie Vera, la co-sceneggiatrice e aiutante di una vita, di cui si dipinge qui un'inutile “affair” extra-coniugale come ripicca di tutte le attenzioni del regista per le sue protagoniste bionde; Vera gli chiederà, non credendo più ormai neanche lei alla bontà di questo nuovo progetto che ormai è avviato tra cast, set e compensi ma che non ha una distribuzione a causa di una scena di nudo sotto la doccia con coltello nelle carni, se la causa di questa fissazione sia proprio la risata altrui, e Hitchcock non le risponderà. Perché un genio lo vede già dal libro che sta leggendo, se una storia è particolarmente cinematografica o no. Lo sa cosa vuole il pubblico: basta rimontare ciò che è stato girato.
Bene, questo film è stato inserito (vedremo a breve) nelle liste dei peggiori film dell'anno. Eppure ha come protagonista Anthony Hopkins truccato e conciato in modo da ricordarci (non sembrare) esattamente Alfred Hitchcock, accento british e impulsi ossessivi verso il cibo; ha come co-protagonista la premio Oscar Helen Mirren che non sbaglia mai un film; questi sono circondati da attori del calibro di Scarlett Johansson (nel ruolo di Janet Leigh, la protagonista de L'infernale Quinaln che al proposito dice «rispetto ad Orson Welles è un tesoro») tutta caschetto e devozione, Toni Collette come segretaria nelle vesti che aveva smesso dopo The Hours, Jessica Biel come la Vera Miles che rinunciò al ruolo de La Donna Che Visse Due Volte e ancora James D'Arcy, Danny Huston, Michael Wincott. Allora dove sta il problema? Non nelle interpretazioni, forse, se si prende per buona quella che Hopkins dà dal di sotto di tutte quelle protesi e quello humor nero. Ma anche l'anno scorso The Iron Lady dipingeva, attraverso un film tremendamente brutto, la vita di un personaggio molto truccato per il cinema, e intanto ha vinto due Oscar. Là c'era dietro alla macchina da presa la regista arricchitasi con Mamma Mia!, qua c'è lo sceneggiatore di The Terminal, là c'era dietro al copione la co-sceneggiatrice di Shame e qua il co-sceneggiatore de Il Cigno Nero. Apparentemente tutta gente capace, ma il problema è in ciò che si racconta: vogliamo vedere questo Hitchcock sul set, questo rapporto con le attrici, la ripresa delle scene madri, la reazione della stampa, la prima versione montata male, e invece il film (questo, come The Iron Lady) si perde in ciò di cui il cinema è saturo: le storie d'amore, i matrimoni in crisi, i piccoli tradimenti, il sentimentalismo. Di cui è satura qualsiasi cosa.

1 commento:

  1. Anche a me non è piaciuto, rimane tutto in superficie :)

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