venerdì 29 maggio 2015

la muerte.



Il Libro Della Vita
The Book Of Life, 2014, USA, 95 minuti
Regia: Jorge R. Gutiérrez
Sceneggiatura originale: Jorge R. Gutiérrez & Douglas Langdale
Voci originali: Diego Luna, Zoë Saldana, Channing Tatum,
Ron Perlman, Christina Applegate, Ice Cube, Kate del Castillo,
Hector Elizondo, Danny Trejo, Carlos Alazraqui, Ana de la Reguera
Voto: 7.2/ 10
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Tre amigos: Manolo, Joaquín e Maria, amici d'infanzia con un genitore a testa e la corrida nella dinastia – solo che mentre Joaquín impara subito l'arte e la mette in pratica accaparrandosi medaglie e fama di protettore della città, Manolo – torero con una chitarra e due spade – preferisce all'animale lo strumentino. Entrambi, comunque, si proiettano nel futuro con lei, sposati e con figli, e lei, gattina (attenzione a dire «morta» in questo film), ora balla con uno ora canta con l'altro, fino al giorno in cui, costretta a lasciare la città per studiare (è divertente scoprire cosa) altrove, romperà il triangolo. A raccontarci la storia è la guida di un museo in cui uno scuolabus di bambini chiassosi e poco interessati cade stregato dal carisma di una narratrice di cui infine scopriremo il particolare dono: questa li fa entrare da una porta invisibile e li conduce subito al libro della vita: il volume che raccoglie le storie di tutte le persone esistenti o esistite – nella sala dei messicani, affrescata con La Muerte e Xibalba e il Creatore di Candele, quell'uomo, dalle fattezze di Dio ma dalla voce di rapper, che detiene i ricordi delle persone vive su quelle morte. L'al-di-là si divide infatti in due luoghi: la terra dei ricordati e quella dei dimenticati. E non appena finisce, sulla terra, la memoria del defunto, il suo scheletro si sposta dal territorio felice e colorato a quello triste di nulla. I due regni sono capitanati da due rispettive creature: che, omericamente, scommettono i troni sullo sposalizio che Maria alla fine si deciderà a coronare: se col buon Manolo o col fiero Joaquín. Ma Xibalba gioca sporco, e ne fa morire due su tre, morsi da serprente. Originariamente opzionato dalla DreamWorks, poi abbandonato in fase di produzione per «divergenze creative», finito in mano a Guillermo Del Toro nel 2012 con il titolo Il Giorno Dei Morti, Il Libro Della Vita è finalmente uscito nelle sale statunitensi a ottobre 2014 (con picchi in Messico e Brasile) e arriva da noi adesso. Una nomination al Golden Globe e cinque agli Annie Awards, dove ha meritatamente vinto il miglior disegno dei personaggi: una goduria per gli occhi. I protagonisti della storia narrata ci vengono infatti mostrati a metà tra la plastilina e il legno, marionette in mano alla narratrice, ogni tanto disegnati in 2D con una finta tecnica del collage, e sempre decorati meticolosamente, maniacalmente quasi, con fiori e puntini e paillettes e risvolti e bordini e intagli. Identici d'aspetto, Manolo e Joaquín si distinguono perché il secondo ha i baffi, segno di virilità e di fierezza; come in un moderno Gobbo Di Nôtre Dame lo spettatore sceglie se schierarsi verso un pretendente o l'altro, mentre la ragazza contesa rimbalza come una pallina fingendosi ingenua ma solo indecisa. Hanno le voci originali di Zoë Saldana, Channing Tatum e Diego Luna – il quale nelle parti cantate viene sostituito da Joe Matthews, canzoni che sono state in lizza per la nomination all'Oscar e che brillano nell'Apology Song, la canzone di scuse al toro, costantemente umiliato nell'arena. Il regista Jorge R. Gutiérrez ha dichiarato di immaginare Il Libro Della Vita come una trilogia: il primo volume su Manolo, il secondo su Joaquín e il terzo su Maria. Viene da chiedersi se questo fosse l'episodio di Manolo, insomma.

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