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sabato 3 novembre 2012

buon compleanno Monica Vitti.



L'anno scorso il Festival di Roma la celebrava con una mostra fotografica e una minuscola retrospettiva in occasione dell'ottantesimo compleanno, Vanity Fair la metteva in copertina e chiedeva agli amici più cari di parlarne, Sky Cinema Classics mandava in onda le vecchie glorie con Alberto Sordi; quest'anno che sono ottantuno non la celebra nessuno e noi, che la amiamo più di quanto la nazione ami Sophia Loren o l'omonima Bellucci (o Anna Magnani, Bellissima, perdonate la citazione, a suo modo) la vogliamo ricordare ugualmente, perché ogni anno merita di essere celebrato se a compierlo è Monica Vitti, artista, attrice che si è dovuta ritirare dalle scene con dignità quando ancora la malattia le permetteva di averne, di rinchiudersi in casa e mai più uscirne accanto al compagno e marito Roberto Russo, ex fotografo e regista (ha esordito dirigendo lei in Flirt), sposato nello scalpore dei sedici anni che li dividevano, nel 2000, e che ha dimostrato e dimostra tutt'ora devozione e rispetto per la sua piccola famiglia.
Scoperta da Michelangelo Antonioni che le fece doppiare Dorian Gray ne Il Grido, e poi sbattuta sulle Eolie a cercare la Anna dispersa de L'avventura, col conseguente fiasco e successo al Festival di Cannes 1961, Monica è stata attrice brillante tanto nel dramma quanto nella commedia, sapendo tenere testa ai grandi mattatori italiani, da Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman ad Alberto Sordi e Ugo Tognazzi. E nonostante abbia dato ne La Notte, ne L'eclisse e nel Deserto Rosso (la trilogia dell'incomunicabilità nata dal sodalizio artistico e sentimentale col regista ferrarese) le sue migliori interpretazioni tragiche, noi ce la ricordiamo ridendo, con un film che l'ha portata in America (La Ragazza Con La Pistola, candidato all'Oscar come Miglior Film Straniero 1969) per la prima serata e un album di episodi tragicomici (Noi Donne Siamo Fatte Così, scritto, tra gli altri, da Furio Scarpelli, Ettore Scola e Dino Risi) in cui è protagonista incontrastata, per la seconda.
Buon compleanno, Monica.
Cliccando sui titoli dei film verrete rimandati allo streaming di YouTube.

La Ragazza Con La Pistola
di Mario Monicelli (1968)
con Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Stanley Baker

Noi Donne Siamo Fatte Così
di Dino Risi (1971)
con Monica Vitti

lunedì 16 luglio 2012

Agata Alberta Annunziata.





Noi Donne Siamo Fatte Così
id., 1971, Italia, 100 minuti
Regia: Dino Risi
Sceneggiatura originale: Dino Risi, Ettore Scola, Rodolfo Sonego, Luciano Vincenzoni
Cast: Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Enrico Maria Salerno, Ettore Manni,
Jean Rougeul, Michele Cimarosa, Luigi Zerbinati
Voto: 7/10
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Lo ammetto: sono un po' di parte. Quando c'è da scegliere un film del passato da consigliare, tendo sempre a preferire qualcosa con Monica Vitti. Perché mentre Sophia Loren si godeva il successo internazionale datole dal marito e Anna Magnani quello nazionale datole dal divismo, Monica Vitti se ne stava in disparte a fare film bellissimi, intelligentissimi, azzeccatissimi, passando da personaggi complicati e complessati come la Claudia de L'avventura (per cui fu candidata al BAFTA) a donne tremende e divertentissime come l'Assunta Patanè de La Ragazza Con La Pistola (per cui vinse il David e il Nastro d'Argento).
In questo sconosciuto Noi Donne Siamo Fatte Così interpreta la bellezza di dodici personaggi femminili diversi, con accenti diversi, problemi diversi, diverse storie. Tocca tutti i generi: dall'episodio muto sulla monotona vita di una suonatrice di piatti, che fa sorridere, all'episodio in dialetto barese sulla hostess Agata che ha appena conversato con i passeggeri di un volo in quattro lingue, che fa sbellicare, al più intimo, intenso e geniale episodio, il migliore a livello cinematografico, quello della siciliana Alberta che discute della libertà sessuale e dell'apertura della coppia col marito e con gli ospiti in casa. Si sente, negli altri, l'eco di ciò che era successo e che stava succedendo in Italia, quasi un tributo: la napoletana Annunziata che sforna figli come fossero pagnotte ci ricorda un la prima delle tre parti di Ieri, Oggi, Domani di De Sica; la barbona suonatrice di violino Teresa schiava d'amore per il compagno e compare ha gli stessi toni e costumi de La Strada di Fellini. Ci sono, poi degli scherzi cinematografici come quelli della superstite in Vietnam e della suora suonatrice di chitarra e ci sono delle vere e proprie denunce sociali - il maschilismo nelle fabbriche di panettoni in Veneto e la violenza sessuale denunciata per telefono alla radio. Quest'ultimo, che è anche l'ultimo episodio della pellicola, lascia altamente perplessi, ed è bizzarro che sia stato scelto per chiudere un film volutamente spiritoso.
Ad accompagnare il regista Dino Risi nella sceneggiatura di alcuni segmenti c'è Ettore Scola, amicone dell'autore, che allevia il tono “sexy” - diremmo oggi - del mattacchione Risi. La sua mano si vede soprattutto nella resa delle donne disperate per amore, come la romagnola Zoe che passa tutto il tempo a parlare dell'ex moroso.
Il film, introvabile nei negozi neanche a pregare in turco, è visibile per intero su YouTube, nuovo strumento di streaming che ho scoperto da pochissimo e che apre una nuova tag. Si fa guardare spensieratamente e sempre volentieri, per dimostrarci come il tempo passi mentre i problemi restino sempre gli stessi: l'amore, i soldi, il lavoro precario, la salute. E le stesse restano anche le fantasie sessuali dei vecchi ricchi.

Noi Donne Siamo Fatte Così su YouTube.