giovedì 6 settembre 2012

la ribelle conformista.



Ribelle
Brave, 2012, USA, 100 minuti
Regia: Mark Andrews & Brenda Chapman
Sceneggiatura originale: Mark Andrews, Steve Purcell,
Brenda Chapman, Irene Mecchi e Michael Arndt
Soggetto: Brenda Chapman
Voci originali: Kelly Macdonald, Emma Thompson,
Billy Connolly, Julie Walters
Voci italiane: Rossa Caputo, Emanuela Rossi,
Ugo Maria Morosi, Anna Mazzamauro
Voto: 7/ 10
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Merida galoppa sul suo cavallo poco importante ai fini della storia, e il ritmo del film trotta con lei, e parte una delle due canzoni interpretate per la nostra patria che l'inglese proprio non lo digerisce da tale Noemi - una di quelle cantanti senza cognome che escono dalla televisione - e io volevo alzarmi e andarmene dalla sala. Perché Brave - che in italiano, forse per paura che venisse letto come il plurale di “brava”, è diventato Ribelle, sempre per la storia dell'inglese indigesto - parte e prosegue con molto sprint ma quanto è banale!, quanti cliché!
Certo, noi che siamo sempre cattivi, un po' pensiamo che l'ambientazione scozzese e la musica celtica le avevamo già masticate a fatica in Dragontrainer, un po' pensiamo che quei maschilisti maschiacci della Pixar proprio non ci riescono ad avere una protagonista femminile (la prima!, dopo più di una dozzina di pellicole prodotte dalla Disney, che invece sulle gentili curve c'ha costruito case); fatto sta che tutto è visto e rivisto, trito e ritrito, prevedibile e previsto: da piccola è la cocca di papà e la luce di mammà ma quando cresce, con in testa un ammasso informe di ciuffi rossi ereditati da nessuno, Merida, principessa di qualche regno di Scozia, si rifiuta di comportarsi con eleganza e compostezza e pensa solo a tirar di arco e scoccar frecce nei boschi e sulle cascate, mentre i tre fratellini gemellini rubano dolci a chiunque passi davanti a loro. Per dovere di copione, Merida sarà data in sposa al primogenito di un regnante limitrofo che per primo e meglio degli altri supererà una prova di coraggio o di destrezza, me lei mica vuole - ovviamente, anche perché a veder i tre pretendenti...
E per questa prima metà di film, c'è tutta la Disney. Come era stato per la seconda metà di WALL•E, la seconda metà di Up: quando c'è della fretta narrativa e dei canoni rispettati, sicuramente la Pixar non c'entra. Perché, noi che siamo cattivi solo con alcuni, lo sappiamo che teste matte ci sono in quegli Studios, e sappiamo cosa non si inventano. E mannaggia a loro, ci hanno abituati troppo bene. E allora per cambiare il suo destino Merida insegue dei fuochi fatui (animazione sopraffina, come tutto il resto del resto) che la conducono da una strega che... Ed è colpo di genio. Certo, anche qui noi che siamo cattivi potremmo sentire l'odore di un lontano plagio shakespeariano, un po' Romeo & Giulietta un po' Sogno Di Una Notte, ma a differenza di questi componimenti i film Disney devono finire bene, perché sono per tutte le famiglie, figli inclusi che poi vanno a comprare i pupazzini al Disney Store e cantano versi tradotti male. E pensare che nella sceneggiatura fa una capatina il premio Oscar Michael Arndt, autore di Little Miss Sunshine, osannato come pochi scrittori.
Sul piano tecnico, cosa si può dire? Ma niente, Gesù mio. Sempre la solita perfezione, dai petti che si riempiono di aria ai fili d'erba che si contano sul prato, magari è un poco fluorescente l'acqua del ruscello, ma mica ci attacchiamo alla carta del pepe. E apprezzabili anche le voci nostrane, affidate a veri doppiatori per i protagonisti e a personaggi ben più noti per il contorno (Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta, Shel Shappiro) che a differenza degli altri film d'animazione non spiccano nella loro incapacità. Anzi: Anna Mazzamauro è azzeccata come poche, nel ruolo della strega.

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