mercoledì 21 novembre 2012

il pino solitario.



Ruby Sparks
id., 2012, USA, 104 minuti
Regia: Jonathan Dayton & Valerie Faris
Sceneggiatura originale: Zoe Kazan
Cast: Paul Dano, Zoe Kazan, Chris Messina, Elliott Gould,
Annette Bening, Antonio Banderas, Steve Coogan
Voto: 7.7/ 10
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Fare molto bene una cosa dà sempre poi questo problema: gli altri si aspettano che venga bene anche la successiva. Così è con gli esordienti che pubblicano romanzi, che incidono dischi, coi registi. La coppia Jonathan Dayton - Valerie Faris che ha sempre lavorato affiatata ai primi progetti (documentari, cortometraggi, video musicali, episodi di telefilm) ha poi decido di esordire nel mondo del cinema con una perlina, il Little Miss Sunshine a cui darei pienamente nove, e quindi su di loro cala questo grasso problema: dopo quello - due Oscar, alla sceneggiatura e all'attore non protagonista - faranno un altro capolavoro o una ciofeca?
La risposta sta a metà. Innanzitutto, la squadra vincente è cambiata tutta tranne il bravo e bizzarro Paul Dano, che in quel film era volontariamente muto mentre in questo parla e scrive pure. È giovane, un po' goffo, ed è famoso ai più per aver pubblicato un primo romanzo passato alla storia, che ha scalato le classifiche, che gli ha permesso di vivere in una casetta a due piani ben arredata. Ma ha portato, anche, l'isolamento e la solitudine, fatta eccezione per il fratello Chris Messina molto più normale di lui, che ogni tanto lo invita ai barbecue insieme al cane. Calvin (Dano) è finito pure con l'andare assiduamente da uno strizzacervelli, al quale racconta di questa specie di sogno ricorrente: una ragazza controluce, una figura che ogni tanto parla, dice qualcosa, una volta è in un parco che disegna. Dice di chiamarsi Ruby, è bellissima, Calvin sogna anche di mangiarci insieme e poi saltare in piscina...
Fino al giorno in cui ci pranza insieme per davvero. Pare infatti che lo scrivere della ragazza porti la ragazza ad esistere davvero. Che le si dica (scriva) di saltare, di parlare in francese, di urlare «sei un genio» (termine che a Calvin non piace molto, ed è meritevole di lode), Ruby fa qualsiasi cosa. Sente nostalgia, si allontana, ritorna.
Dopo una difficile accettazione della ragazza in carne sia da parte di Calvin che da parte di suo fratello, si decide per il passo successivo: andare a conoscere la famiglia, composta da una natur(al)ista Annette Bening (che rinnova il personaggio di Correndo Con Le Forbici In Mano con una folta chioma) sempre bravissima e da un cliché ispanico, Antonio Banderas, anche lui mezzo hippy e intagliatore di sedie nel legno.
La coppia vive la sua favola tra alti e bassi fino a questa scena di totale follia che vorrebbe spostare tutto sul dramma emotivo e invece infastidisce e basta: chiassosa, lunghissima, sadica. La tempesta prima della pace e del finale prevedibile.
La coppia di registi, quindi, passa l'esame per un pelo. Lo passa a pieni voti, invece, Dano sempre azzeccato per i ruoli un po' più profondi - diciamo così - e soprattutto viene promossa questa Zoe Kazan che oltre a interpretare il ruolo della protagonista (con magrezza e vestiti addosso tipici del suo personaggio) compare anche come sceneggiatrice e ideatrice del film, dopo piccoli ruoli in film come È Complicato e Revolutionary Road. Ed è proprio per la storia - non così originale, assolutamente: l'ultimo Vero Come La Finzione aveva fatto quasi la stessa cosa - che deve essere lodata, e per la pronuncia francese.
La saga familiare con punte di follia viene messa in un piccolo angolo e portata all'eccesso, dunque, per far spazio a un'altra figura cardine del cinema americano: lo scrittore. Da qui, potete capire sia la locandina originale (sopra), sia quella italiana (qui). Altra prelibatezza del cinema americano: il cane co-protagonista.

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