venerdì 23 gennaio 2015

Genesi.



Il Sale Della Terra
The Salt Of The Earth, 2014, Francia/ Brasile/ Italia, 110 minuti
Regia: Wim Wenders & Juliano Ribeiro Salgado
Sceneggiatura: Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgado,
David Rosier e Camille Delafon
Cast: Sebastião Salgado, Wim Wenders, Juliano Ribeiro Salgadom,
Hugo Barbier, Jacques Barthélémy, Lélia Wanick Salgado
Voto: 7.7/ 10
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Candidato a un Premio Oscar:
film documentario
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Nato in quei campi brasiliani lungamente colpiti dalla siccità, nel 1944, e di formazione originariamente economista (che gli servirà poi a capire, nei vari Paesi che toccherà, cos'è che fa girare il mondo), Sebastião Salgado decise di diventare fotografo dopo una prima missione in Africa, che oltre alla fotografia lo spinse all'attivismo sociale, due ambiti che riesce per tutta la vita a far andare di pari passo. Il Sahel colpito dall'incoltivabilità delle terra, l'Europa intera degli immigrati e il Portogallo sotto rivoluzione, la guerra coloniale in Angola e Mozambico ma soprattutto l'America latina natìa delle campagne. Salgado dedica, concede, consacra mesi, se sono necessari addirittura anni ai suoi reportage, che lo spingono verso le parti più nascoste e dimenticate del mondo, che lo strappano dalla moglie Leila Wanick con cui crea nel '94 una struttura autonoma staccandosi dalla Magnum, con cui pianifica i progetti, stila le tappe dei viaggi, organizza ed allestisce le mostre prima dei cataloghi. Una donna compagna e collega e comprensiva verso questi interminabili viaggi durante la sua gravidanza e la crescita del loro figlio: quel Juliano Ribeiro Salgado che adesso è dietro la macchina da presa insieme per coronare una carriera ma soprattutto una persona e la sua instancabile sete di attività. All'incessante lavoro di documentazione sociale attraverso le immagini (sempre rigorosamente in bianco e nero), infatti, la coppia ha anche trovato il tempo di ri-fertilizzare le distese secche della tenuta brasiliana creando una foresta immensa diventata adesso luogo di visita per i turisti e metodo da replicare sulle terre confinanti. Wim Wenders aveva comprato una foto di Salgado senza conoscerne la provenienza e l'aveva appesa nel suo ufficio: punto di partenza per un'ammirazione e un approfondimento che arrivano a questo documentario con la visibile stima e il rispetto che il regista nutre per il suo personaggio. Lo mette davanti alla telecamera e lo lascia parlare, raramente interviene; fa parlare lui e le sue foto che sono per gran parte l'unica fonte visiva che può accompagnare quei racconti: la condizione dei lavoratori, la flora e la fauna incontaminati in alcune parti del mondo e infine la Polinesia a colori dove seguiamo l'artista mentre svolge il suo lavoro. È larghissimo il divario che separa questo dal documentario precedente Pina, altra celebrazione di un'altra arte e di un'altra artista del Novecento, Pina Bausch: in quel caso si taceva per far parlare l'operato, ricostruito e ricontestualizzato dagli allievi della maestra, come se fosse la scaletta di uno spettacolo. Qui si va in ordine cronologico e si lasciano grandi parentesi aperte su problemi mai approfonditi del mondo contemporaneo, popolazioni in condizione di vita estreme, episodi omessi dalle cronache – denunce sempre composte e mai urlate, fiere ed eleganti nelle proprie immagini. È curioso anche che in gara per lo stesso Oscar ci sia quest'anno un altro documentario su un'altra fotografa, diversissimo, opposto a questo: un po' perché Vivian Maier non è più viva, e si è costretti a ricostruire la sua vita per bocche altrui; un po' perché mentre Salgado dedica il proprio obiettivo al più disteso fuori, la Maier fotografa per sé, nasconde i negativi, si limita al territorio urbano, cittadino, del focolare, del paesaggio imminente, è ironica nel riportare fedelmente le storie della strada e dei suoi abitanti ma non ha mai altri fini, non ha proprio finalità, non ha lasciato niente, né mostre né cataloghi, non ci pensa: mentre Salgado lavora per progetti pianificati, fino all'ultimo, il più ambizioso, di riportare l'umanità alla sua Genesi.

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