sabato 18 luglio 2015

totally.



Spy
id., 2015, USA, 120 minuti
Regia: Paul Feig
Sceneggiatura originale: Paul Feig
Cast: Melissa McCarthy, Jude Law, Rose Byrne, Jason Statham,
Allison Janney, Julian Miller, Sam Richardson, Bobby Cannavale,
Michael McDonald, Raad Rawi, Jessica Chaffin, Miranda Hart,
Katie Dippold, Richard Brake, Morena Baccarin, 50 Cent
Voto: 7/ 10
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C'è una bomba: e Jude Law, spia della C.I.A. inviata sotto copertura, la sta cercando con l'aiuto di un'agente specializzata ma mai uscita dall'ufficio, Susan Cooper, in collegamento nel suo orecchio e sulla sua lente a contatto. Attraverso questa, Susan vede quello che vede Jude, satelliti sparsi sulla litosfera le mostrano gli interni degli edifici, le mosse degli “scarafaggi”: in questo modo il duo prevede ogni attacco e conclude ogni missione senza un graffio. Fino a quando Rose Byrne si mette in mezzo e per vendicare la morte del padre – morto prima di recuperare la bomba – fa fuori Jude, e avvisa i servizi segreti di conoscere tutte le identità di tutti gli agenti. Allison Janney («number six!» ha gridato alla scorsa cerimonia degli Emmy Awards, e rischia di portarsene a casa altri due quest'anno per un totale di otto) è a capo della cricca super-segregata in uno scantinato infestato dai pipistrelli nel controsoffitto e dai topi; non potendo mandare in Francia, Italia, Ungheria, Jason Statham – la rivelazione del film – perché tra quelli che la Byrne «conosce», opta per Susan: una donna di mezza età con l'orologio di Beaches e creme per le emorroidi o pomate per le unghie incarnite che nascondono in realtà armi di contrattacco. Una nuova identità poco felice e Susan parte: un'anti-James Bond, goffa e con la parlantina nervosa, che al momento giusto saprà sfoderare tutti gli insegnamenti appresi durante l'addestramento, dal pilotare gli aerei allo sfrecciare su una Vespa. Ma essendo una non-James Bond, è anche capace di cadere dalla moto oppure di difendersi con una padella se viene attaccata con un coltello. Amica del suo nemico, si costruirà una seconda identità per non essere ammazzata e non ammazzare – e tutto scorre nella più classica delle trame fino a un insperato ma doveroso colpo di scena. Alla terza collaborazione con Paul Feig (il regista de Le Amiche Della Sposa), ma già al lavoro sulla quarta, il remake tutto al femminile di Ghostbusters approvato da Bill Murray, Melissa McCarthy abbandona le usuali seppur cangianti vesti e resta sì nella commedia, ma del paradosso: e diventa un'action woman: limita le parti della sua stunt e ogni giorno di riprese torna a casa con graffi e lividi – ma, a detta sua, si diverte un sacco. Capeggia un cast tutto azzeccato, che vede tornare insieme la Byrne e Bobby Cannavale, come al solito nel ruolo dell'italo-americano, dopo lo sfacelo di Annie, che macina una battuta dopo l'altra a velocità stellare senza particolari vette di genialità ma azzeccando il mood con cui affrontare il gioco cinematografico. «Ho sempre sognato di fare uno 007 movie ma non me l'hanno mai proposto; così ho girato Spy» dichiara il regista e sceneggiatore, che ribalta le macchiette a cui siamo abituati dentro agli inseguimenti in macchina e alle sparatorie e ne fa di nuove, tutte caratterizzate allo sfinimento: dai capelli di Rose al suo accento estenuante, passando per l'«amoruccio» di Law, incredibilmente a suo agio come “vero” Bond. La commistione di tutte queste cose, cui si aggiungono certi siparietti sui cliché degli italiani e qualche steadycam soprattutto in macchina per rendere credibile lo sfrecciare a destra e a manca – tutte queste cose funzionano, stranamente, e meglio de Le Amiche: dove forse si cadeva troppo e troppo spesso nel demenziale. Una canzone originale per i titoli di testa che fa il verso a Shirley Bassey e una colonna sonora, di Theodor Shapiro, che fa il verso a tutte le spy stories, e un incasso poderoso mettono già a giugno il film in gara per la prossima stagione di premi, per il ruolo di quella sola, unica commedia accettata dalla critica.

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