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mercoledì 26 dicembre 2012

se mi baci ti dico di sì.



Tormenti
Film Disegnato
id., 2011, Italia, 80 minuti
Regia: Filiberto Scarpelli
Sceneggiatura originale: Furio, Giacomo e Filiberto Scarpelli
Soggetto e disegni: Furio Scarpelli
Voci: Alba Rohrwacher, Luca Zingaretti, Valerio Mastandrea,
Omero Antonuti, Elio Pandolfi
Voto: 7.7/ 10
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Come tutte le storie, questa è una storia che si narra da sé.
Ma dietro di sé, c'è la voce narrante di Omero Antonuti, timbro cardine e brillante di certo cinema italiano, voce di nonno che spiega nel dettaglio gli aspetti meno noiosi delle fiabe quando siamo a letto, voce splendida che qui si avvale di una splendida, più che splendida sceneggiatura, un testo fuori campo arguto, intelligente, pieno di frasi che se fossero in un libro le sottolineeremmo.
Brillano anche i dialoghi, che sono quasi tutti chiusi in questo triangolo sentimentale: la modesta Lolli, poca cultura e poca vita mondana e tanta giovinezza sotto un caschetto nero ondulante, si imbatte, durante una serata di gala, nel Rinaldo Maria Bonci Pavonazzi che esplode fuori dal petto di quest'uomo non così giovane, non così piacente (anzi, racchio), il quale alla prima frase «lo spumante mi pizzica il naso» perde la testa e cade innamorato. Più o meno. Mentre Lolli, stregata da tanta cultura, affascinata dalla divisa e dalla compostezza e, soprattutto, dall'eleganza, gli va dietro come il cane al padrone. E lui passa i giorni a offrire bicchieri raccontando le sue posizioni nel mondo, e lei passa i discorsi ad ascoltare e non guardare. Finché questa relazione di formazione la farà crescere, e andare via, e lasciare questo borioso personaggio tanto odiato dal narratore nel suo crogiolarsi, nella sua disperazione, che lo porteranno a vedere le prostitute solo per parlare di sé.
Lolli, riprendendosi dal tempo perso con «lo stronzo», frequenterà un altro locale con dell'altra gente e squadrerà il volto greco e la prodezza sportiva di Mario Marchetti, pugile che ogni tanto vince e ogni tanto no, con ideali comunisti e parlata romanesca, l'opposto di Rinaldo insomma, e perderà la testa per lui, al punto da seguirlo in guerra, con la truppa anti-fascista e anti-nazista, l'anti-truppa insomma, mischiata a tedeschi e francesi e americani.
Nella bocca del Pavonazzi, cognome che mai fu più azzeccato, c'è Luca Zingaretti che ora squilla come un megafono ora si contorce per l'artrite; dietro a Mario invece Valerio Mastandrea, che ha questo potere di farci credere sempre che stia improvvisando, sempre così naturale, sempre così spontaneo... Si incontrano in sala di doppiaggio, entrambi, con Alba Rohrwacher che è qui protagonista assoluta, e si salutano poco dopo aver condiviso lo schermo per Il Comandante E La Cicogna. Alba è sempre se stessa, e la sua faccia corrucciata e ingenua viene spesso in mente nel sentirla parlare e conversare col narratore.
Ma non si tratta di bocche che si aprono e persone che si muovono.
Tormenti (che titolo magistrale!), che esce ora in DVD nei negozi e in edicola con Ciak e Panorama, è un “film disegnato” perché così è, disegnato, e non animato: la famiglia Scarpelli ha messo insieme i disegni lasciati dal buon Filiberto, giornalista, disegnatore di satira, avanguardista morto nel '33, disegni ora troppo sporchi ora con i contorni troppo larghi, minuziosi o abbozzati, i cui personaggi non sempre si riconoscono tra una scena e l'altra, e sotto la sceneggiatura di Furio Scarpelli, figlio, li mette in ordine a formare una storia d'amore e di guerra - con la maestria di chi ha regalato le storie migliori al cinema italiano; Furio è infatti “quello Scarpelli” che insieme ora ad Age ora a Monicelli ha ricevuto tre nominations all'Oscar per I Compagni, Casanova 70 e Il postino (ma ha anche scritto Sedotta E Abbandonata, C'eravamo Tanto Amati, Opopomoz...). E se all'inizio questo nuovo genere di animazione ci è un po' ostico, ci abituiamo dopo pochissimo, un po' perché abbiamo un immenso oratore, un po' perché, in questo libro con figure, c'è anche la musica degli anni '20 che abbiamo dimenticato, e che ci fa sorridere.

giovedì 18 ottobre 2012

la Svizzera tedesca.



Il Comandante E La Cicogna
id., 2012, Italia, 108 minuti
Regia: Silvio Soldini
Sceneggiatura originale: Doriana Leondeff, Marco Pettenello, Silvio Soldini
Cast: Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston,
Claudia Gerini, Luca Zingaretti, Maria Paiato, Michele Maganza
Voto: 7.2/ 10
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Film a episodi misti e mischiati, pasticcio di generi e di trovate, la “nuova commedia di Silvio Soldini” promette benissimo dal trailer e ancora meglio dal titolo (dopo Pane E Tulipani, Agata E La Tempesta, Giorni E Nuvole, gli piacciono le coppie insomma). Promette bene, poi, per il cast, che è il solito (Battiston è in tutti i suoi film, la Rohrwacher negli ultimi tre) e che sappiamo essere sempre ben diretto e magistrale. Ma poi il film comincia, mentre Garibaldi in groppa al suo cavallo guarda tutta la piazza dall'alto e ciò che la abita, le liti tra le parcheggiatrici, gli incendi dolosi dei liceali, i furti ai parchimetri, e fuori campo si mette pure a parlare (con la voce subito riconoscibile di Pierfrancesco Favino) e no, la cosa non ci piace. Non ci piace nemmeno che poco dopo Garibaldi si metta a parlare, sempre statua e sempre a bocca cucita, con il cavalier Cazzaniga poco lontano da lui, fatto di un altro materiale, adagiato su un altro marciapiedi. I battibecchi, simpatici se li si prende con la satira dell'Italia di oggi e soprattutto se non si è della Lega, fanno una parentesi a sé stante che ogni tanto viene riaperta e richiusa, mentre a Torino cala la notte e l'unico che rimane sveglio è Leopardi, pure lui parlante, o Leonardo (entrambi doppiati da Neri Marcorè), dato che i busti li fanno con gli occhi aperti.
Nel mentre, anche Alba Rohrwacher, col nome simbolico di Diana, si guarda intorno. Si guarda come può fare solo un'artista, una disegnatrice, e come le artiste non arriva a fine mese e non si decide a partire per Berlino o Barcellona come tutti i suoi amici. Vede passare un furgoncino di idraulici e poi vede il suo proprietario di casa con cui è sempre in debito, senza sapere che tutte le loro strade si incroceranno. L'idraulico, Valerio Mastandrea, arranca pure lui tirando avanti una casa gravata da mutuo, una figlia porno-diva involontaria, un figlio ambientalisticamente nerd, una moglie morta che alle quattro di notte torna ad annusare il caffè miscela indiana Coop. Il proprietario di casa, Giuseppe Battiston, cita grandi nomi del passato e impara lingue per frasi fatte e dorme su cassetti impilati e sotto radio pendenti e ruba (sempre alla Coop) per dare a se stesso.
La commedia procede ad alti e bassi e bassissimi e più procede più migliora e sorprende (fatta eccezione per le solite dissolvenze a cerchio nero che non si possono vedere più e gli effetti speciali soprattutto nella corsa in bici in mezzo al traffico). Sono un po' patetici e ritriti i personaggi di Luca Zingaretti avvocato dei malavitosi e Maria Paiato segretaria lecchina mentre sono originalissimi e ben riusciti quelli dei protagonisti, e su tutti la Rohrwacher dà una delle migliori interpretazioni della carriera. Di contorno ci sono anche Giselda Volodi, appena vista in È Stato Il Figlio, che ha due battute contate ma le dice benissimo, e poi tale Shi Yang, cinese con nome italiano (geniale abbreviazione) che parla fluentemente dialetto. Altro aspetto interessante del film: il melting pot sociale e giustificato - Claudia Gerini è irrealmente genovese e ha sposato un realistico napoletano da cui si presentano due genitori sardi disperati...
Poi, mentre continuano gli alti e i bassi (bella la storia dei morti che fanno sciopero eccetera, meno bella la scappatella in Svizzera), si giunge a una pessima scena finale che però viene subito ripresa da splendidi titoli di coda.
Un film da vedere alla domenica pomeriggio, se ci si è abbuffati a pranzo.