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lunedì 9 dicembre 2013

European Film Awards - vincitori.



Non è Paolo Sorrentino a ritirare il premio per la migliore regia e il miglior film europeo dell'anno (perché impegnato nella giuria del Festival di Marrakech) ma Nicola Giuliano e Francesca Cima, gli emozionatissimi produttori de La Grande Bellezza, che ottiene quattro statuette agli European Film Awards 2014 che si sono svolti sabato scorso a Berlino. Per il film italiano definitivamente in corsa verso l'Oscar, il premio al miglior montaggio (di Cristiano Travaglioli, già annunciato) e al miglior attore protagonista, un veterano Toni Servillo già vincitore nel 2008 con Il Divo sempre di Sorrentino (nella foto, insieme a Diane Kruger). Uno batte l'altro e La Migliore Offerta si accontenta del premio alle musiche di Ennio Morricone, salito sul palco con una standing ovation generale, prima di tre: sono seguite quelle a Catherine Deneuve, premio alla carriera, e a Pedro Almodóvar, teneramente accompagnato da tutti i suoi attori, omaggiato per il contributo europeo che porta al cinema internazionale. Il cineasta spagnolo ha dedicato il premio ai giovani registi vittime del cieco e sordo governo. Unica sorpresa della serata (The Act Of Killing ovviamente miglior documentario, The Congress miglior film d'animazione contro il nostro Pinocchio, François Ozon miglior sceneggiatore per il campione d'incassi Nella Casa) la migliore attrice protagonista: a discapito dell'età e del peso scenico di Barbara Sukowa per Hanna Arend della von Trotta, Veerle Baetens ha la meglio portando a The Broken Circle Breakdown il suo unico premio. La nuova categoria della cerimonia, la migliore commedia europea, senza sorpresa (data la concorrenza) premia il tremendo Love Is All You Need e speriamo che dall'anno prossimo venga di nuovo tolta.
Di seguito, dopo il salto, tutti i candidati e i vincitori.


film europeo
La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore (Italia)
Blancanieves di Pablo Berger (Spagna, Francia)
The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen (Belgio)
La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino (Italia, Francia)
Oh Boy! di Jan Ole Gerster (Germania)
La Vita Di Adèle di Abdellatif Kechiche (Francia)

lunedì 11 novembre 2013

European Film Awards - nominations.



Il 7 dicembre 2013 saranno consegnati, a Berlino, i 26esimi European Film Awards, premi che il cinema europeo dà al cinema europeo – e forse mai la cerimonia si è prefigurata così italiana come quest'anno. Certo abbiamo da sconfiggere il favorito The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen, pellicola belga spedita agli Oscar con le 5 nominations più importanti (Film, Regia, Sceneggiatura, Attore, Attrice) e la Palma d'Oro La Vita Di Adèle, che a sorpresa non vede in lizza nessuna delle sue due immense attrici (gareggia per il Film e la Regia); ma abbiamo, dalla nostra, ben cinque film spalmati in tutte le categorie: La Grande Bellezza di Sorrentino (Film, Regia, Attore, Sceneggiatura) e già vincitore annunciato del miglior Montaggio – di Cristiano Travaglioli; La Migliore Offerta di Tornatore (Film, Regia, Sceneggiatura) con cui Ennio Morricone ha già vinto la Colonna Sonora; Miele della Golino è tra le promesse europee, a sorpresa Benvenuto Presidente! tra le migliori commedie e il Pinocchio di Enzo D'Alò fra i tre migliori film d'animazione. Altri grandi concorrenti saranno lo spagnolo Blancanieves, inviato agli Oscar lo scorso anno senza successo e vincitore già di 10 Goya (candidato al Film e alla Regia) e Nella Casa di Ozon (Film, Attore). Profumano di superfluo le candidature agli attori di Anna Karenina (per quanto il film sia un sottovalutato capolavoro che ho elogiato) e di meritata commozione i premi alle carriere di Catherine Deneuve e Pedro Almodóvar, il cui Gli Amanti Passeggeri è tra le migliori commedie insieme al tremendo Love Is All You Need.
Di seguito, dopo il salto, tutti i candidati e i vincitori già annunciati.

lunedì 22 aprile 2013

Alfred Allen.



Nella Casa
Dans La Maison, 2012, Francia, 105 minuti
Regia: François Ozon
Sceneggiatura non originale: François Ozon
Liberamente basata su El Chico De La Ultima Fila di Juan Mayorga
Cast: Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas,
Emmanuelle Seigner, Denis Ménochet, Bastien Ughetto
Voto: 7.7/ 10
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Doppia satira iniziale: sulle divise scolastiche, che rendono gli alunni un branco di pecoroni davanti al quale il professore di turno deve farsi o pastore o lupo per cercare di domarli – finendo poi, una volta domati, in presidenza per aver esagerato nello svolgimento del proprio ruolo; sul livello ogni anno sempre più basso di qualità della scrittura, per cui «peggio di così non può andare» dice il professore di Letteratura correggendo un testo di due righe e mezzo sulla pizza e sulla tele mentre la moglie dal divano urla che anche l'anno prima peggio di così non poteva andare. E nel branco di caproni di pizza e tele emerge un sedicenne (dalla perfetta faccia perfidissima di Ernst Umhauer) incuriosito dal compagno di classe la cui famiglia ha osservato per mesi da una panchina nel parco; nel testo sul weekend trascorso si mette a nudo e con tono sarcastico – che a un sedicenne può appartenere ma non così spiccatamente – analizza comportamenti infantili, ignoranze e profumi borghesi della suddetta famiglia e della casa del titolo in cui abita. Dall'altra parte, la satira riguarda un'altra faccia dell'Arte, e cioè quella galleristica: la moglie del professore si occupa di esposizioni di concetti più che di prodotti, di dittatori paragonati al sesso mercificato, di cieli giapponesi presi come strumento per misurare il tempo e lo spazio (degli Ugo Mulas esotici, insomma). Le due facce, quella letteraria e quella pittorica, si incastrano in questa relazione tra il bravo Fabrice Luchini e l'immensa Kristin Scott Thomas, solo che lei è meno immensa del solito, perché schiacciata in un personaggio non così particolare, che esplode solo nella retorica da imprenditrice artistica, e lui si annulla per ricalcare il tipico personaggio di Woody Allen interpretato da Woody Allen pieno di isterie e movimenti veloci che si consumano nei dialoghi serrati dentro e fuori casa. L'amore per i libri lo porta a consigliarne alcuni ai suoi studenti che i suoi studenti o non leggono o non commentano, e neanche lui in realtà lo fa, ma per carità questo non è un film sui libri ma un film su una famiglia che vive in una casa: ed è incredibile come, pur essendo un film su una famiglia che vive in una casa, pur essendoci ogni volta un pretesto per questo ragazzino per accedervi, per sgattaiolare tra le stanze, per spiare conversazioni private o addirittura amplessi, la tensione che si prova nel vederlo, seduti in poltrona, è hitchcockiana, tremenda: il racconto a puntate si mischia con la musica tagliente e con la realtà, per cui a volte non sappiamo bene cosa sia vero e cosa no: cosa sia successo e cosa no: quale versione sia quella giusta e quale no. E se quest'ultimo aspetto non viene ampiamente sfruttato, purtroppo, lo è il secondo cliché del cinema che incontra il romanzo: la ricerca del finale perfetto. E in questa ricerca Ozon cade, e la sua nave affonda insieme a tutti gli attori, i cui personaggi s'intrecciano in modi poco probabili e sempre meno sorprendenti, fino all'ultima dubbia scena che ricorda quella Migliore Offerta che sebbene in modi diversi parlava pure d'Arte tenendoci sulle spine.
Bene: più di un milione di spettatori in Francia per il François Ozon che ogni tanto se ne spunta con piccole perle (8 Donne E Un Mistero, Potiche) e che spaziando tra i generi (l'erotico Swimming Pool, il fantasioso Ricky) non si ripete (quasi) mai; ma è un milione di paganti che, oltre ad essere francese – e ricordiamo il successo di Quasi Amici – è anche più interessato alla prima parte che alla seconda. Non so quanto sia rimasto fedele alla pièce El Chico De La Ultima Fila da cui s'è ispirato, ma anche Ozon cade nella trappola del finale perfetto, cercandolo cercandolo e trovando semplicemente due righe e mezzo in cui dice “pizza” e “tele”.