venerdì 22 gennaio 2016

TNT.



La Corrispondenza
id. | 2016 | Italia | 1h 56min
Regia: Giuseppe Tornatore
Sceneggiatura originale: Giuseppe Tornatore
Cast: Olga Kurylenko, Jeremy Irons, Shauna Macdonald,
Simon Johnson, Simon Meacock, Anna Savva
Voto: 4.3/ 10
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Studentessa di Astrofisica e Cosmologia fuori corso ma brillante, stuntwoman nel tempo libero e a chiamata, unica stuntwoman della storia senza agenzia, senza protezioni durante le scene, senza assicurazione – unica ad essere ripresa in faccia in quasi tutte le scene e in quasi tutti i film e a girare senza la controfigura e l'attrice che sostituisce – Olga Kurylenko ci viene presentata in camera d'albergo a dire «amore» «tesoro» «ciccino al pomodoro» a Jeremy Irons nell'unica scena in cui lui è fisicamente presente – in realtà pernottante nella camera di fronte e di passaggio in quell'albergo e in quella città, professore nomade che tiene lezioni sul cosmo in università sparse per il mondo, universalmente rinomato e soprattutto marito e padre di famiglia – di altra famiglia. Olga è l'amante che ama con tutto se stesso, che ha conosciuto e in tre mesi ha ammaliato: lei non pensa ad altri e ad altro, non ha amici, non ha interessi, non ha famiglia – ha una madre che la chiama e a cui non risponde e un trauma paterno che la porta a lanciarsi negli incendi, ma questo non ha tanto senso. Lui la chiama «anima mia» ma soprattutto «kamikaze» e queste sono solo alcune delle parole cardine di una sequela di dialoghi da denuncia morale, dialoghi per lo più unidirezionali perché, come dicevo, Irons poi se ne va da quell'albergo e se ne va dalla storia nel film: comparirà, poi, solo attraverso voci fuori campo, lettere, mail, messaggi, soprattutto video mandati attraverso DVD come si faceva nel 2001 – perché dietro la macchina da presa non c'è un nativo digitale – ma, in fondo, nemmeno davanti. Satira alla società contemporanea? Ritratto dei rapporti umani al giorno d'oggi? Forse che sì forse che no (cit.) ma l'intento si perde dietro a tutto il resto, ogni intento si perde dietro al resto e il resto sarebbe un film che dura due ore e potrebbe durare due minuti dato che consuma la sua unica idea vincente nel primo quarto d'ora: Olga si presenta a una conferenza a cui Irons dovrebbe prendere parte ma lui le scrive di non andarci e il direttore sul palco le dice che lui è morto. A lei, però, continua ad arrivare la corrispondenza del titolo: mail video messaggi lettere DVD. Confusa (e non felice) chiama, chiede, viaggia verso la casa in Irlanda della sua famiglia, bazzica per cimiteri scoprendo che è stato cremato – e intanto continua ad arrivarle la corrispondenza – e in ogni messaggio Irons c'azzecca sempre: sull'esame appena dato, sul libro appena consultato, sulla lezione seguita. L'intreccio parrebbe guardare alla precedente Migliore Offerta, spettacolare noir artistico dalla intricata, complicata, barocca trama, dall'intreccio in-credibile e impossibile, ma dalla tensione altissima, che quasi giustifica il resto, solo che lì il resto fa riflettere e fa rivedere il film; La Corrispondenza è invece una pellicola che si può abbandonare uscendo dalla sala senza sensi di colpa, un film «ridicolo e greve», «grottesco involuto, mai illuminante, solo stantio». Giuseppe Tornatore (di cui ahimè mi rimangio la celebre frase «potrebbe fare un film tutto nero») nel suo percorso artistico internazionale ci aveva abituati a storie apparentemente intime, soprattutto sue, spesso della sua terra, che erano pretesto per raccontare Storie, più grandi: c'eravamo lamentati dei troppo-intimi Baarìa e Malèna e così il germe del thriller ha cominciato a diffondersi da La Sconosciuta in poi. Abbandonato tutto, dimenticato tutto, qui l'unico Fattore Tornatore è nell'idea, nel soggetto, nella riga di storia che viene prima di tutta la produzione del film – solo lì – nemmeno nel libercolo pubblicato in contemporanea dal titolo omonimo (Sellerio, pp. 176, € 13), nemmeno nella riga intera: nell'intento dello scriverla.

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