domenica 23 giugno 2013

David di Donatello - vincitori.



Sei David di Donatello per La Migliore Offerta che dopo la scivolata di Baarìa porta di nuovo Giuseppe Tornatore al Miglior Film («ringrazio tutte le persone che nonostante la crisi continuano a fare questo mestiere») e alla Migliore Regia (quarta volta, dopo L'uomo Delle Stelle, il Pianista Sull'oceano e La Sconosciuta). Il film in inglese del regista siciliano vince anche i Costumi, le Scene, il David Giovani e la Colonna Sonora di Ennio Morricone che, commosso, ringrazia «Peppuccio» dicendo «è come se fosse la prima volta». Secondo classificato è Diaz con quattro statuette: Miglior Produttore (Domenico Procacci), Montaggio, Sonoro ed Effetti Digitali; e subito dopo il sottovalutato Reality, che non figurava nemmeno nella cinquina più importante – porta a casa il Trucco, le Acconciature e la Fotografia di Marco Onorato, scomparso qualche mese fa: ritira il premio il figlio, con le lacrime agli occhi. La sorpresa dell'anno, Viva La Libertà, porta lo scrittore e regista Roberto Andò a ritirare il premio alla Sceneggiatura («siamo partiti dall'idea che il cinema è la vita senza le parti noiose») e il suo attore Valerio Mastandrea a fare la doppietta in una sera: entrambe le interpretazioni maschili sono sue e alla seconda, per Gli Equilibristi, ha detto: «questa non me l'aspettavo... Non che quella di prima me l'aspettassi...». Inaspettate anche le attrici: Maya Sansa, incinta e felicissima, porta al film di Marco Bellocchio l'unico premio delle pochissime nominations ricevute, mentre Margherita Buy, sesto David e quindicesima nomination, riceve la statuetta da Carlo Verdone che l'annuncia gridando «maledetto il giorno che t'ho incontrata». Premio alla carriera per Vincenzo Cerami, che non c'è: salgono allora sul palco Roberto Benigni e Nicola Piovani, coppia da Oscar de La Vita È Bella; «Cerami mi ha insegnato che l'ispirazione l'aspettano i principianti» dice Benigni, «quelli bravi si mettono a lavoro».
La cerimonia, in diretta su Rai 1 condotta da Greg («sono onorato di presentare da solo, per la prima volta, in diretta televisiva»), partita alle 21:30 di giovedì, si è conclusa poco dopo mezzanotte con il passaggio del David più importante dalla mano dei fratelli Taviani, vincitori l'anno scorso.
Tutti i candidati e i vincitori, di seguito dopo l'interruzione.

Miglior Film
Diaz di Daniele Vicari
Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores
Io E Te di Bernardo Bertolucci
 La Migliore Offerta  di Giuseppe Tornatore
Viva La Libertà di Roberto Andò

Miglior Regista
Bernardo Bertolucci per Io E Te
Matteo Garrone per Reality
Gabriele Salvatores per Educazione Siberiana
 Giuseppe Tornatore  per La Migliore Offerta
Daniele Vicari per Diaz

racconti dell'orrore.



Stoker
id., 2013, UK/ USA, 99 minuti
Regia: Chan-wook Park
Sceneggiatura originale: Wentworth Miller
Cast: Mia Wasikowska, Nicole Kidman, Matthew Goode,
Phyllis Somerville, Harmony Korine, Alden Enhrenreinch,
Lucas Till, Jacki Weaver
Voto: 7.2/ 10
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Poetico e sensibile inizio per il debutto americano di Chan-wook Park – colui che i feticisti del cinema dal Pacifico lodano e venero per la trilogia Vendetta e soprattutto per il suo film di mezzo, Old Boy: una ragazzina (la Mia Wasikowska che passa dall'essere donna a bambina con una facilità ineguagliabile) ammette di «vedere cose che gli altri non colgono», avere una sensibilità superiore alla media, e ce lo dimostra percependo insetti tra gli steli e soprattutto disegnando la texture di riempimento della brocca, piuttosto che la brocca stessa, al corso di Disegno. Ma la sensibilità finisce quasi tutta qua: alla morte del padre reagisce ricordando il paio di scarpe, sempre uguale, regalato ogni anno, nascosto nel giardino (e che scena incantevole, quella sul letto), e domandandosi chi sia questo giovane figuro comparso al funerale: è Matthew Goode, l'allievo tennista di Match Point, il fratello minore del compianto defunto, lo zio di India/ Mia insomma, che litiga di nascosto con la madre e balla in sala con una Nicole Kidman tirata a lucido dopo The Paperboy. La tensione sessuale che si respirerà in casa (e fuori) tirerà il film verso un finale che contrasta troppo con l'incipit. Si sente l'eco di Bright Star, ma dove lì si terminava declamando le poesie di Keats nello strazio tipico dell'opera, qua si scivola su un grottesco, surreale, frettoloso tentativo di sciogliere l'inganno e riportare tutto alla normalità – per cui la madre in lutto la smette di amoreggiare col parente e la figlia la pianta di fare la lasciva e l'intruso se ne va e genitrice e pargola ritrovano l'equilibrio; ma l'innocenza del titolo è persa, per cui la strada imboccata è quella della spider per strada e delle fucilate nel petto ai poliziotti noiosi. Non va, ed è un peccato, perché la sceneggiatura di Wentworth Miller, l'eroe tutto tatuato di Prison Break, avrebbe potuto essere una poesia per gli occhi paragonabile ad alcuni tentativi di The Tree Of Life e superando il gap del film di Jane Campion. Ma la scelta del titolo, e del cognome quindi della famiglia, Stoker, non può non riportare alla mente il parto vampiresco del ben celebre Bram che non ha niente a che fare con questa storia, se non un sotteso dubbio sull'esito di certi canini, o certi sepolti – che profuma, in realtà, molto di più di certi racconti di Poe.
E poi compare, per troppo poco tempo, ma sempre con immenso piacere, la Jacki Weaver che agli Oscar piace tanto e anche a noi: immensa anche per cinque soli minuti, in grado di bilanciare la voce e gli occhi come nessun'altra – e poi compare anche, ma chi lo riconosce?, l'Harmony Korine regista di Spring Breakers, in veste di adolescente attore.
Dunque: esercizio di stile che vince per la prima metà e poi scivola su un errore di trama di cui però il regista di Lady Vendetta non poteva certo accorgersi. Uscire dalla sala all'intervallo.

domenica 16 giugno 2013

Nastri d'Argento - nominations.



Il Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani ha annunciato le nominations per la 60esima edizione dei Nastri d'Argento, premi che fino a quest'anno erano assegnati ai migliori cineasti italiani per il contributo dato al cinema nostrano e straniero (traduzione: Penélope Cruz ha potuto vincere il David per Non Ti Muovere in quanto film italiano ma il Nastro no in quanto non italiana lei, mentre Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo hanno potuto vincere il Nastro per Hugo Cabret in quanto italiani ma il David no in quanto film non italiano) ma che da questa edizione hanno deciso di tagliare i lavori internazionali per promuovere in toto il cinema nazionale: nomi italiani per film italiani, insomma. E quella del 2013 è l'edizione che premia il meglio già premiato al botteghino: La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore da una parte e La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino dall'altra, reduce senza niente da Cannes, ma con 9 candidature qui insieme al concorrente siciliano – e viene da ridere ché Toni Servillo non compaia tra i Migliori Attori: gli viene però dato un Nastro Speciale «per le straordinarie performances nel biennio 2012-13», di poco più importante di quello che riceverà Roberto Herlitzka alla Carriera. Altri premi speciali, sempre troppi e sempre a casaccio, andranno a Margaret Mazzantini e Sergio Castellitto per il percorso internazionale dal libro al film di Venuto Al Mondo, e poi ancora a Io E Te di Bernardo Bertolucci già annunciato come Miglior Film dell'anno più per il ritorno dietro la macchina da presa del regista che per altro (e che include poi il lavoro degli sceneggiatori, montatore, scenografo, fotografo). Segnalazione Biraghi assegnata dall'Sncgi con l'Agenzia Nazionale per i Giovani a Jacopo Olmo Antinori e Nastro d'Argento Bulgari a Tea Falco per lo stesso film. Sempre dai Biraghi, con ANG, vengono i premi assegnati a Giulia Valentini e Filippo Scicchitano (Un Giorno Speciale della Comencini), Rosabell Laurenti Sellers (Buongiorno Papà, Gli Equilibristi, Passione Sinistra).
Non spenderò altre parole sui candidati: basta guardare le Canzoni Originali per capire il tenore delle scelte. Ma forse, dietro le 6 candidature di Viva La Libertà, Bella Addormentata, Miele e Viaggio Sola, e le sole 4 per Reality, ciò che ha più dell'incredibile è la presenza di Eva Riccobono tra le Attrici Non Protagoniste.
I premi saranno consegnati il 6 luglio al Teatro Antico di Taormina; di seguito tutti i candidati.

Film dell'Anno
 Io E Te  di Bernardo Bertolucci

Regista del Miglior Film
Roberto Andò per Viva La Libertà
Marco Bellocchio per Bella Addormentata
Claudio Giovannesi per Alì Ha Gli Occhi Azzurri
Paolo Sorrentino per La Grande Bellezza
Giuseppe Tornatore per La Migliore Offerta

giovedì 13 giugno 2013

David di Donatello - nominations.



Se il mediocre Venuto Al Mondo ottiene solo due nominations (canzone originale e David Giovani), il mediocre Educazione Siberiana se la spassa in un tripudio di candidature (11) di cui potremmo salvare le esotiche scene e il tatuato trucco, ma certo non il Miglior Film, la Regia, la Produzione... Si tratta però del “premio Oscar” Gabriele Salvatores che se la deve contendere coi premi Oscar Giuseppe Tornatore e Bernardo Bertolucci nelle categorie più importanti – e se La Migliore Offerta è un film con qualche problema ma tanta maestria, Io E Te ha praticamente solo problemi. Fanno decisamente meglio i mostri non-sacri che vengono gettati là tra i maestri del cinema italiano: Daniele Vicari, scampato alla cerimonia dell'anno scorso ma inghiottito dai Nastri d'Argento, con il fortissimo e ben fatto Diaz guadagna 13 nominations, le stesse di Viva La Libertà, piccola pellicola passata quasi inosservata, basata su un libro anche passato inosservato – che mentre Gramellini scalava le classifiche, vinceva il Campiello all'Opera Prima  – che schiera tutti i suoi attori: Toni Servillo, Valeria Bruni Tedeschi, Anna Bonaiuto e Valerio Mastandrea; quest'ultimo fa doppietta e si candida anche come protagonista per il bel Gli Equilibristi insieme al Luca Marinelli di un film che ci è piaciuto tanto, Tutti I Santi Giorni, che porta ai David anche la sua protagonista Federica Victoria Caiozzo, Thony quando ha la chitarra in mano, che si accontenta poi della Canzone senza fare mostra del nazional-popolare regista Paolo Virzì. Ancora peggio va a Bella Addormentata, difficilissimo ritratto dell'Italia spezzata dalla malattia terminale, dalla politica e dalla religione, contestatissimo a Venezia, che vede Maya Sansa nominata a Miglior Attrice non Protagonista e Gaetano Garito come Miglior Fonico, senza contare Marco Bellocchio che c'è dietro. Tre attoroni, poi, come registi esordienti (Alessandro Gassman, Luigi Lo Cascio e Laura Morante) perché la vincitrice morale Valeria Golino non fa in tempo, insieme a Paolo Sorrentino, a tornare da Cannes per vedersi candidata. 12 nominations infine per Reality, capolavoro un po' fischiato di Matteo Garrone, col detenuto Aniello Arena immenso protagonista e una schiera di modi e colori e napoletanate sullo sfondo di un sogno neorealista. Anija e L'esecuzione vincono rispettivamente il Miglior Documentario e il Cortometraggio nostrani mentre sul fronte straniero abbiamo una perfetta cinquina europea in cui giustamente rientra il manierista Anna Karenina, il film più sottovalutato dell'anno (ma vincerà Amour), mentre pari pari dagli Oscar è stata copiata e incollata la selezione statunitense (senza il Leone d'Oro Pietà).
Tutti i candidati di tutte le categorie dopo l'interruzione.

Miglior Film
Diaz di Daniele Vicari
Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores
Io E Te di Bernardo Bertolucci
La Migliore Offerta di Giuseppe Tornatore
Viva La Libertà di Roberto Andò

Miglior Regista
Bernardo Bertolucci per Io E Te
Matteo Garrone per Reality
Gabriele Salvatores per Educazione Siberiana
Giuseppe Tornatore per La Migliore Offerta
Daniele Vicari per Diaz