Minions
id., 2015, USA, 91 minuti
Regia: Kyle Balda, Pierre Coffin
Sceneggiatura originale: Brian Lynch
Voci originali: Geoffrey Rush, Sandra Bullock, Jon Hamm,
Michael Keaton, Allison Janney, Steve Coogan, Jennifer Saunders,
Steve Carell, Pierre Coffin, Katy Mixon
Doppiatori italiani: Alberto Angela, Luciana Littizzetto,
Fabio Fazio, Riccardo Rossi, Selvaggia Lucarelli
Ralph Palka, Roberta Pellini, Max Giusti, Monica Ward
Voto: 6.7/ 10
_______________
In principio il Signore divise la luce dalle tenebre, le acque dalle terre – e nelle acque creò un microrganismo, che crebbe a mo' di girino, che mise su due piedi e due mani e, a volte, due occhi, scampò alle fauci dei mostri marini e popolò la terraferma: un microrganismo che divenne una tribù, priva di leader, desiderosa di servire e riverire il più cattivo della terra. La tribù lo cercò, il più cattivo, per decenni, per secoli: ma con Dracula e con gli unni, persino con Napoleone, ha avuto qualche intoppo. Negli anni '60 qualcuno si eleva sulla folla, e parla alla tribù, e dice – ehm, e
dice: che partiranno in tre per andare a trovare quel cattivo
cattivissimo da servire e riverire, da rispettare e inseguire, e con quel cattivo torneranno indietro – e partono: Kevin, Stuart e Bob – l'adulto, il teenager e l'infante, in qualche modo riescono ad arrivare nella New York hippie del '68 prima e nella Swingin' London poi, illuminati dal Villain-Con, il festival della cattiveria presso cui giungono scortati da una famiglia di ladruncoli. Ospite d'onore, attesissima, della serata, è Scarlet Overkill, voce originale di
Sandra Bullock inspiegabilmente piazzata su tutte le locandine, causa Oscar – la cui gonna è capace di diventare punta d'astronave, razzo, canna di cannone. Questa, dal palco, indice un contest: premio in palio è il diventare suo assistente per un colpaccio alla regina – e indovinate chi vince. Peccato, giustappunto, per questa trama un po' insipida, un po' sempliciotta, per questi personaggi umani un po' invadenti senza averne le qualità, un po' surreali. Era il 2010 quando la Illumination ci provò: un film su un cattivo, e non su un buono, che rubava la piramide di Cheope e la torre di Pisa – un cattivo però che scopriva il suo lato tenero e umano, che si circondava di marmocchie e di
cosi gialli – un film che a differenza di
Frozen metteva d'accordo tutti, maschi e femmine piccoli e grandi: risultato: 534 milioni di dollari d'incasso; ne derivò un previsto sequel, in cui i
cosi gialli già prendevano il sopravvento, finendo (da soli) sulla locandina: risultato: 970 milioni di dollari d'incasso. I
cosi gialli, poi, furono inseriti da Empire nei cento personaggi cinematografici più rilevanti di tutti i tempi, e come i pinguini di Madagascar (ma attenzione: in TV adesso arrivano anche le scimmie) hanno cominciato col fagocitare l'attenzione; ne derivò prima un corto, poi un previsto spin-off: mischiando italiano, spagnolo, inglese, francese, cinese, indi, giapponese, coreano e indonesiano, seguiamo i
cosi dal loro formarsi fino ad oggi, dal loro scoprire la prima salopette dopo il giaccone per i ghiacci, la loro inesistente gerarchia tribale. Basandosi sulla
slapstick comedy (di Charlie Chaplin, di Stanlio e Ollio, ma anche di Tom & Jerry) ma soprattutto sulla voce digitalizzata del loro creatore e regista
Pierre Coffin (qui in coppia con
Kyle Balda) che conia tormentoni dal semplice «banana» o «mega ukulele», i minions ne combinano, involontariamente, una dopo l'altra – e come tutti gli eroi dell'involontario la scampano sempre: sbucano dai tombini della capitale inglese mentre i Beatles ci passano sopra, passando per Abbey Road, e infastidiscono le riprese dell'allunaggio in realtà ricostruito e girato negli studi USA: i due momenti di comicità più brillante della pellicola. Nonostante si sia rinunciato ai soliti meccanismi di traino in favore della trama, a partire dall'inesistente canzone originale: Jimi Hendrix, i Doors, i Kinks, gli Who e i già citati scarafaggi fanno da sfondo alla detronazione di una finta Elisabetta e alla conservazione degli ori inglesi già visti (e quasi rubati) in
Muppets Most Wanted: tutto fa sfondo per lasciare spazio e campo ai
cosi gialli adesso negli Happy Meal di McDonald's, nelle edicole, sulle confezioni della UHU, su certi taxi: mettendo tutti d'accordo, e molti scontenti. Risultato, in due mesi, solo in America: 325 milioni di dollari. (E non avendo, purtroppo?, visto il film in italiano non posso dilungarmi sulla performance di Selvaggia Lucarelli, voce adesso, oltre che firma, del più noto giornalismo nostrano).