lunedì 4 marzo 2013

interception.



Beautiful Creatures
La Sedicesima Luna
Beautiful Creatures, 2013, USA, 124 minuti
Regia: Richard LaGravenese
Sceneggiatura non originale: Richard LaGravenese
Basata sul romanzo La Sedicesima Luna
di Kami Garcia & Margaret Stohl (Mondadori)
Cast: Alice Englert, Alden Ehrenreich, Viola Davis, Jeremy Irons,
Emmy Rossum, Thomas Mann, Emma Thompson, Eileen Atkins
Voto: 5/10
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Un sedicenne con la barba già cresciuta su tutta la faccia e la faccia palesemente non da sedicenne conduce questa originale vita che nei film americani non abbiamo visto mai: è popolare a scuola perché giocatore di qualche sport, col fisicaccio e la morosetta benvestita, cattolica, imbecille come l'acqua dei lupini, e lui è stanco del paese e della provincia ed è anche orfano di madre, povera stella, e allora per viaggiare con la testa visto che con la macchina non può – ma il suo originale amico sfigato figlio di colei che capeggia i conservatori della contea sì – legge libri su libri, quasi tutti vietati in paese, con copertine dritte dritte degli anni '60  ma siamo ai giorni nostri, e lo scopriamo dallo smartphone che usa a malapena in una scena (cosa credibile, sì). In questa originale vita di questo originale personaggio di questa originale trama compare una nuova compagna di classe nipote di, indovinate un po', il vecchio del paese che nessuno vede mai uscire dalla villa che, indovinate un po', pare sia infestata da fantasmi e spiriti e indovinate: i cattolici si riuniscono perché secondo loro là dentro fanno riti satanici nudi e la ragazzetta è un pericolo per le scolaresche. Per cui il nostro protagonista che ho già dimenticato com'è che si chiami se la fa subito amica, questa strana giovinetta dai capelli scuri che spesso gli è venuta in sogno (e questa scena iniziale del sogno è meravigliosa: il film dovrebbe finire al minuto 2:00) e smolla quell'altra, la scema religiosa, e cosa succede? Ommioddio che cosa originale: lei è una strega – anzi attenti a dire “strega” – lei è una maga e in quanto tale non può amare un mortale! E poi su di lei c'è una maledizione che colpisce ogni personaggio della famiglia da tanti antenati! La persona che lei ama deve morire per regola! Oddio! E adesso come fanno, il nostro eroe e la nostra eroina che chissà come si chiamino ad amarsi? Mentre loro ci provano, arriva la femme fatale a bordo di decappottabile, esattamente come abbiamo visto in Dark Shadows qualche mese fa, e sempre come abbiamo già visto in Dark Shadows poi ci sono banchetti con superpoteri, stanze inquietanti, costumi bizzarri. Ma siamo ben lontani da quella cura artistica. Qua è tutto un imbarazzo: dal montaggio alle frasi che escono dalla bocca di Viola Davis che sicuramente ha il personaggio più insulso, insipido, banale della saga – perché una saga è. Viola Davis che fece brillare Il Dubbio già luminosissimo con i soli otto minuti in cui era in scena, accetta di far parte di questa porcheria di film che cerca di inserirsi tra i vampiri e i maghi inglesi raccontando la storia d'amore impossibile di uno con le pozioni e i libri delle ombre dell'altro, e accetta forse perché c'è il grande Jeremy Irons che pure non può vantarsi a lungo di ciò che interpreta e ancora Emma Thompson, unico e solo motivo per cui questa pellicola potrebbe essere vista senza abbandonare la sala al minuto 2:01 come stavo per fare: il suo corpo, usato da una specie di fantasmino non morto, la porta ad essere algida fascista (meraviglioso l'elenco delle condanne) e madre delle tenebre, e la sua faccia cambia e ricambia e il suo accento pure, e noi ci vergogniamo del suo unico Oscar preso per la Sceneggiatura. C'è, ancora, ed è quella che se la spassa in Ferrari e gonne cortissime e gratuiti costumi da Gilda (scena totalmente inspiegabile) Emmy Rossum, che avevamo lasciato, stessi chili e molti più capelli fa, a gorgheggiare ne Il Fantasma Dell'opera di Joel Schumacher dopo il quale l'abbiamo vista addirittura in Dragonball.
Dietro tutti questi protagonisti e personaggi di cui non ricordo neanche un nome, c'è colui che rappresenta al meglio la decadenza di una carriera hollywoodiana: Richard LaGravenese, dalla sceneggiatura de I Ponti Di Madison County, L'uomo Che Sussurrava Ai Cavalli e La Leggenda Del Re Pescatore (nomination all'Oscar) alla regia di P.S. I Love You.
Andate da McDonald's e quei cinque euro usateli per l'Happy Meal piuttosto.

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