lunedì 15 aprile 2013

il water della discordia.



Il Volto Di Un'altra
id., 2013, Italia, 90 minuti
Regia: Pappi Corsicato
Sceneggiatura originale: Pappi Corsicato,
Monica Rametta, Gianni Romoli
Cast: Laura Chiatti, Alessandro Preziosi, Lino Guanciale, Iaia Forte
Voto: 4.9/ 10
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Se l'incipit confonde e ricorda da lontano il film che lo rese famoso all'epoca, I Buchi Neri, l'introduzione omaggia palesemente una delle più celebri scene di 8 1/2, quella cioè in cui Guido Anselmi si reca alla fonte della casa di cura per bere l'acqua santa dei malati. La musica è praticamente la stessa e le stesse sono le movenze delle attrici che guardano in camera e poi corrono via nei prati; cambiano i volti, qui quasi sempre nascosti da garze e fasciature e cambia il protagonista: non è un regista annoiato ma un chirurgo nel pieno delle sue forze, un Alessandro Preziosi con improbabile papillon sopra alla camicia e ancor più improbabile colore di capelli. Lui regala a noi due scene madri – il frigo-credenza-bar a forma di Venere di Milo e il balletto alla Ozon in un salotto prima che insieme alla consorte si butti sul letto a rallentatore come nelle pubblicità di materassi – e alla moglie Laura Chiatti regala un cappottino mezzo bianco e mezzo nero che ricorda pure questo il vestito che la Sandrocchia «vide su Vogue» nel '63.
Eppure, s'era detto, il nuovo film di Pappi Corsicato, nome ignoto ai più eppure in concorso a Venezia con l'apprezzabile Il Seme Della Discordia tutto colori e movida italiana e a Roma con questo, è ancora una volta ricalcato sulle vecchie glorie di Pedro Almodóvar – dato che di quest'ultimo è stato, in passato, aiuto-regista. E da Almodóvar sicuramente prende l'idea madre, che a sua volta Pedro prese da Occhi Senza Volto: una fanciulla appena sbocciata di candore resta vittima sfigurata in un incidente che la costringerà al trapianto di viso, ad acquistare chirurgicamente, quindi, il volto di un'altra. E l'incidente che colpisce la Laura Chiatti di cui prima rientra nel calderone di robe assurde di cui questo film si fa mestolo – finanche ad una pioggia di merda conclusiva: la caduta di un cesso da un camion sul ponte. E a proposito di defecazione, per film come questi si potrebbe usare il commento lasciatomi ad un post precedente: una cagata pazzesca. Ma non perché il tema degli escrementi sia ripetuto sotto forma di lassativi e tubature cigolanti, quanto perché risulta palesemente il risultato di una esigenza, una urgenza estetica che non ha alla base niente da dire: qualche bella immagine (di certo non il bianco e nero rovinato dalla battuta dell'assicurazione), e mi viene in mente il trio di infermiere dietro al vetro; il riuso della suora laica e corrotta che già era de Il Seme, qui fa ridere molto meno; l'ennesima citazione neorealista col nome Tru Tru fluentemente usato per l'operaio. Ma se di Reality abbiamo detto che è uscito in ritardo per fare satira sul Grande Fratello, di Il Volto Di Un'altra diciamo che pure uscendo vent'anni fa non avrebbe smosso nessuna coscienza: la satira televisiva e giornalistica dei fan sfegatati che si stanziano nei parchi in attesa di cogliere anche solo da lontano mezzo orecchio del loro vip preferito, e la stampa che li intervista e dedica loro speciali in diretta, chiede opinioni, e questi un lavoro non ce l'hanno e una casa nemmeno ma una famiglia sì, al punto che fanno il viaggio di nozze in questi acri circondanti la clinica delle star, si atteggiano devoti allo strumento filmico e gioiscono nel vedersi sullo schermo: ma è roba antica, ed è anche stata fatta molto meglio in passato.
Per cui forse Corsicato contava sulle interpretazioni dei suoi attori: ma allora non avrebbe dovuto scegliere la Chiatti, o non avrebbe dovuto dipingerle addosso un ruolo così banale e insulso, della starlette mussosa che talenti non ne ha. Forse avrebbe dovuto contare sulle scenografie – come ha fatto in passato, forse sui colori. O su un finale a sorpresa. Invece, lui, si fissa su un asteroide.

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