sabato 21 febbraio 2015

la donna nella luna.



Il Segreto Del Suo Volto
Phoenix, 2014, Germania, 98 minuti
Regia: Christian Petzold
Sceneggiatura non originale: Christian Petzold & Harun Farocki
Basata sul romanzo Le Retour Des Cendres di Hubert Monteilhet
Cast: Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Nina Kunzendorf,
Michael Maertens, Imogen Kogge, Kristen Block, Uwe Preuss,
Eva Bay, Jeff Burrell, Sofia Exss, Megan Gay
Voto: 8.7/ 10
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Miracolosamente sopravvissuta al campo di concentramento, la tedesca ed ebrea non convinta Nelly Lentz viene trasportata dalla sua amica Lene in automobile, verso Berlino; siamo nel 1945. Le condizioni di Nelly sono decenti, ma la faccia è completamente ricoperta di bende a causa delle ustioni causate dalle esplosioni delle bombe che hanno distrutto, tra le altre cose, la casa in cui viveva col marito Johnny, che sogna di rincontrare. Chiede di lui ai barboni musicanti per strada, alla devota compagna, ma non ottiene quasi nessuna notizia, solo un suggerimento: se è un musicista, e se ha avuto fortuna, potrebbe essere pianista in qualche night; se ha avuto sfortuna sarà dietro l'angolo a suonare la fisarmonica. Lene si rivela ancora più dura: non si lascia scappare nessun tipo di dettaglio. Intanto vivono entrambe in una grande casa con proprietaria, si concedono cibo e passeggiate in attesa che le condizioni di salute migliorino e Nelly possa riscuotere l'alta eredità che la morte di tutta la famiglia le farà avere, in modo da creare in Palestina un luogo dove gli ebrei potranno vivere in pace. E in attesa che le condizioni di salute migliorino i chirurghi domandano a chi vorrebbe assomigliare, adesso che ha la possibilità di scegliersi un volto nuovo – ma Nelly si dimostra intransigente: vuole tornare se stessa, come si ritrova nelle vecchie fotografie di gruppo piene di ormai defunti. Bazzicando locali notturni si imbatte in quello che dovrebbe essere il suo Johnny, ma a chiamata non risponde. Stessa cosa succederà a lui, vedendola senza riconoscerla. Inizierà allora un gioco a fingere di non essere se stessa per ritrovare il compagno non dove lo si aveva lasciato ma prima ancora, riconoscerlo di nuovo, farlo innamorare di nuovo. Ma Johnny sembra accecato dal denaro che presto riceveranno tanto da non cogliere le sfumature nelle somiglianze delle due donne, che in realtà sono una. Due anni dopo l'osannato La Scelta Di Barbara, Orso d'Argento a Berlino e rappresentate della Germania agli Oscar 2013, Nina Hoss re-incarna un ruolo da protagonista assoluta rendendolo suo fino al midollo, magistrale, di donna combattuta e combattente, fedele al proprio uomo e alla propria patria nonostante tutto, circondata da una situazione non facile, quella tedesca, colpevole e colpita. Comincia tentennando per i dolori della tortura e finisce col cantare, liberata di tutti i pesi che si è trascinata fino alla fine; comincia mascherata, coperta di bende, sopra ai toni latentemente horror (e latentemente lesbo) che riportano alla mente gli Occhi Senza Volto di Georges Franju e poi la doppia personalità in un unico corpo chirurgicamente modificato de La Pelle Che Abito. Ma appena si parla di thriller senza sangue, quel triller che fa solo rabbrividire la schiena (s)tirandoci fino alla fine, si parla subito di Hitchcock e, in questo caso, de La Donna Che Visse Due Volte. Ma Christian Petzold, due anni dopo La Scelta Di Barbara, è interessato ancora a raccontare le diatribe interne della sua Germania, le fazioni, i contrasti, i paradossi. In quel film, la cui protagonista sfiorava il mutismo e di cui dovevamo cogliere qualsiasi suggerimento, c'era la gente dell'Est e la gente dell'Ovest e l'impossibilità a vivere da una sola delle due parti; in questo film, la cui protagonista non esita a raccontarsi, c'è la Germania degli ebrei e quella dei tedeschi, la popolazione perita e quella salvatasi che adesso non può fare niente se non riaccogliere nel proprio giardino i sopravvissuti sentendosi in colpa, ma non troppo. Le riprese abbandonate a loro stesse, ferme, che tornano sempre nello stesso luogo, qui sono portate all'eccesso; i toni s'incupiscono e il silenzio si rompe: c'è la musica: quella dei club e delle soubrette da una parte e quella del classico jazz dall'altra con cui si conclude, magistralmente, sorprendentemente, tutta la storia.

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