giovedì 20 dicembre 2012

whisky sour.



La Parte Degli Angeli
The Angels' Share, 2012, UK, 101 minuti
Regia: Ken Loach
Sceneggiatura originale: Paul Laverty
Cast: Paul Branningan, John Henshaw, Gary Maitland,
Jasmin Riggins, William Ruane, Siobhan Reilly
Voto: 6.9/ 10
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Una ladruncola ineducata, uno scemo del villaggio, un violento contro il prossimo, un violento contro l'autorità; tutti questi criminalotti del paese annuiscono, uno dopo l'altro, in fila, alla loro condanna, mentre il giudice batte col martello e la giuria se ne sta in silenzio e la gente accorsa dalle case tra le seggiole si lamenta della troppa bontà della punizione. Di tutti questi, soprattutto uno salta all'occhio: Bobby, tale Paul Branningan, tappetto con le orecchie a sventola e la faccia da scaricatore di porto, qualche cicatrice, la mandibola indurita, un manipolo di scagnozzi alle calcagna pronti a menarlo perché la giustizia non l'ha fatto abbastanza. Per lui è l'esordio al cinema, e di tutto il film è sicuramente la trovata più azzeccata di Loach – e per il physique-du-rôle ha anche vinto un BAFTA scozzese. Dall'altro corridoio del tribunale, per questo Bobby, c'è Leonie, la morosa devota con pancione sotto al seno, il cui padre è fortemente contrario a questa relazione perché lei è un fiore e lui un delinquente. Insomma, tutta 'sta gente punita è costretta a ore di servizio sociale in tutta pezzo unico arancione come la geniale serie (sempre inglese) Misfits ci ha insegnato: a capo del gruppo verrà messo John Henshaw, che era già ne Il Mio Amico Eric, buonissimo capogruppo sempre generoso verso il bisognoso, sempre pacato, sempre disponibile e disposto. Tutto, in effetti, sa di bontà: Bobby stesso è un teppista ma noi non vediamo nessuna cosa tremenda che fa (ci viene solo raccontata un'aggressione gratuita), anzi è sulla soglia del pentimento nel vedere il figlio che viene al mondo; i suoi colleghi di sventura sono degli ebeti imbecilli che a malapena conoscono la Gioconda e, se rubano, rubano qualche foglietto e due campioncini. Tutto è buonista e tutti questi protagonisti non odorano neanche lontanamente di galera. Il povero Bobby, tra l'altro, è perseguitato da questi bulli che non se ne lasciano scappare una per menarlo, e povera stella lui che ci può fare?, mica è colpa sua.
Harry allora decide di caricare la squadra su un pullmino e portarli in gita in una distilleria. Qui, una cicerona un po' frivola li inizierà ai piaceri del whisky e qui scopriranno che “la parte degli angeli” del titolo è quella percentuale di alcool che evapora e viene quindi persa prima e dopo l'invecchiamento del prodotto. Dopo una scena, i nostri saranno già abilissimi somelier, esperti nel riconoscere brezze marine e aromi fruttati di ogni liquore, parteciperanno a degustazioni, assisteranno a prime mondiali. Bobby finirà anche in una sorta di furto alcolico ai danni di uno scozzese vero...
Dopo l'epopea straziante de Il Vento Che Accarezza L'erba, Ken Loach torna a Cannes con un altro, ennesimo film in concorso che pare girato da mia sorella come progetto finale di un corso di regia e pare indirizzato a quei vecchietti che al mercoledì pomeriggio entrano al cinema col ridotto delle 15:30 per passare il tempo, insieme a due amiche. La sua mano praticamente non c'è, non c'è proprio il regista: la storiella leggera leggera procede in tutto questo zucchero e glucosio senza nemmeno accorgersene e senza che i personaggi vengano delineati nella loro delinquenza e senza delle matte svolte narrative. È molto scolastica anche la sceneggiatura, che come per Sweet 16Il Vento è stata scritta da Paul Laverty, che voglio dire non è proprio uno banalotto, dato che è l'autore di Anche La Pioggia.
La giuria di Nanni Moretti, però, decide di dargli il suo Premio, forse per accontentare questa quattordicesima presenza in terra francese; nessun altro riconoscimento inglese, nessun BAFTA: l'ultima candidatura è addirittura del 2002. Il solito problema dei registi che fanno troppi film nell'ultima fase della loro vita, troppo in fretta.

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