lunedì 16 luglio 2012

Agata Alberta Annunziata.





Noi Donne Siamo Fatte Così
id., 1971, Italia, 100 minuti
Regia: Dino Risi
Sceneggiatura originale: Dino Risi, Ettore Scola, Rodolfo Sonego, Luciano Vincenzoni
Cast: Monica Vitti, Carlo Giuffrè, Enrico Maria Salerno, Ettore Manni,
Jean Rougeul, Michele Cimarosa, Luigi Zerbinati
Voto: 7/10
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Lo ammetto: sono un po' di parte. Quando c'è da scegliere un film del passato da consigliare, tendo sempre a preferire qualcosa con Monica Vitti. Perché mentre Sophia Loren si godeva il successo internazionale datole dal marito e Anna Magnani quello nazionale datole dal divismo, Monica Vitti se ne stava in disparte a fare film bellissimi, intelligentissimi, azzeccatissimi, passando da personaggi complicati e complessati come la Claudia de L'avventura (per cui fu candidata al BAFTA) a donne tremende e divertentissime come l'Assunta Patanè de La Ragazza Con La Pistola (per cui vinse il David e il Nastro d'Argento).
In questo sconosciuto Noi Donne Siamo Fatte Così interpreta la bellezza di dodici personaggi femminili diversi, con accenti diversi, problemi diversi, diverse storie. Tocca tutti i generi: dall'episodio muto sulla monotona vita di una suonatrice di piatti, che fa sorridere, all'episodio in dialetto barese sulla hostess Agata che ha appena conversato con i passeggeri di un volo in quattro lingue, che fa sbellicare, al più intimo, intenso e geniale episodio, il migliore a livello cinematografico, quello della siciliana Alberta che discute della libertà sessuale e dell'apertura della coppia col marito e con gli ospiti in casa. Si sente, negli altri, l'eco di ciò che era successo e che stava succedendo in Italia, quasi un tributo: la napoletana Annunziata che sforna figli come fossero pagnotte ci ricorda un la prima delle tre parti di Ieri, Oggi, Domani di De Sica; la barbona suonatrice di violino Teresa schiava d'amore per il compagno e compare ha gli stessi toni e costumi de La Strada di Fellini. Ci sono, poi degli scherzi cinematografici come quelli della superstite in Vietnam e della suora suonatrice di chitarra e ci sono delle vere e proprie denunce sociali - il maschilismo nelle fabbriche di panettoni in Veneto e la violenza sessuale denunciata per telefono alla radio. Quest'ultimo, che è anche l'ultimo episodio della pellicola, lascia altamente perplessi, ed è bizzarro che sia stato scelto per chiudere un film volutamente spiritoso.
Ad accompagnare il regista Dino Risi nella sceneggiatura di alcuni segmenti c'è Ettore Scola, amicone dell'autore, che allevia il tono “sexy” - diremmo oggi - del mattacchione Risi. La sua mano si vede soprattutto nella resa delle donne disperate per amore, come la romagnola Zoe che passa tutto il tempo a parlare dell'ex moroso.
Il film, introvabile nei negozi neanche a pregare in turco, è visibile per intero su YouTube, nuovo strumento di streaming che ho scoperto da pochissimo e che apre una nuova tag. Si fa guardare spensieratamente e sempre volentieri, per dimostrarci come il tempo passi mentre i problemi restino sempre gli stessi: l'amore, i soldi, il lavoro precario, la salute. E le stesse restano anche le fantasie sessuali dei vecchi ricchi.

Noi Donne Siamo Fatte Così su YouTube.

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