giovedì 22 novembre 2012

la caccia.



Il Sospetto
Jagten, 2012, Danimarca, 115 minuti
Regia: Thomas Vinterberg
Sceneggiatura originale: Thomas Vinterberg & Tobias Lindholm
Cast: Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Annika Wedderkopp,
Lasse Fogelstrøm, Susse Wold, Alexandra Rapaport
Voto: 8.1/ 10
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«I bambini non mentono mai», dicono spesso nel mezzo del film. I bambini, poi si dice, non mentono mai ma ogni tanto sì, e noi arrotondiamo per eccesso e ai bambini crediamo sempre; e questa volta, che una bambina mente, viene creduta; e questo film, è la storia di una bugia.
Secondo assioma fondamentale dietro alla pellicola è: l'abuso sessuale su un bambino è la peggior mossa che un uomo adulto possa fare; e di conseguenza deve essere punita. Scontata, prima di tutto, a livello sociale (persino in Desperate Housewives c'hanno messo un pedofilo - termine che qui non viene usato mai - contro la casa del quale veniva lanciato, giustamente, di tutto).
Dopo il non-tanto-diverso Festen che dal '98 ad oggi l'ha etichettato, Thomas Vinterberg mette insieme questi due temi e li mischia nel più tremendo dei modi: un uomo adulto, divorziato e con un figlio adolescente che vede due giorni sì e dodici no (e che lui per primo vorrebbe stare di più col padre) lavora in un asilo senza fare il maestro, un asilo sperduto tra i boschi pieni di cervi della Danimarca. Lucas, quest'uomo adulto, riesce a incastrare perfettamente il mestiere di non-maestro con la vita di persona matura che può bere birra fino al collasso (ma non lo fa) e può uscire con una donna per farci sesso (e lo fa). Ha un migliore amico, compagno di “giri in motorino e mele rubate” con cui sforna torte da non toccare e mangia lasagne alla domenica. Questo suo migliore amico ha una figlia, Clara, che va nell'asilo dove lui lavora, che non pesta le strisce delle mattonelle e non riesce a non ascoltare i genitori che litigano. Questa Clara, che come tutte le bambine perde la testa per un uomo adulto, è colei che racconterà la bugia: riciclando le parole del fratello e dei suoi amici che guardavano foto porno sull'iPad, per vendicarsi di un regalo non accettato dirà alla direttrice dell'istituto che «Lucas ha il pisello» e «il suo pisello mira dritto al cielo», è «un'asta».
La direttrice ne esce scossa nel primo momento, sconvolta nel secondo, megalomane per il resto della pellicola. Chiama a rapporto le altre maestre, poi i genitori dei bambini, poi la polizia. Lucas che è un animo pacato e non riesce neanche ad avere la meglio con l'ex moglie reagisce pacatamente, si fa insultare, pestare, arrestare, e sbotta nel momento peggiore di dicembre. È questo che ci fa arrabbiare, più di tutto: non tanto la diceria paesana o i comportamenti dei vicini quanto la sua apparente asetticità alla cosa. Persino il figlio, giunto da lontano, non riuscirà a controllare l'ira e sputerà la saliva più meritata della storia del cinema in faccia alla bambina.
Vi svelo il finale quindi non leggete se non volete saperlo: finisce bene. Ed è questo suo finir bene che fa perdere molti, troppi punti al film. Questo tacere su un anno che passa per far tornare tutto alla normalità, una normalità in realtà amara, col perdono in bocca di chi deve perdonare per forza, questa patetica amicizia in cui basta guardarsi in faccia per capire se è vero.
Poi però arriva la scena finale, la caccia del titolo, e l'attenzione si rialza, e il caso si riapre.
Prova magistrale da attore per Mads Mikkelsen, meritatissima Palma d'Oro come migliore attore allo scorso Cannes e ormai già star internazionale (era anche in uno degli ultimi James Bond col nostro Giancarlo Giannini) che si fa consacrare con un film nella sua terra, che parla della sua terra, dei paesotti della sua terra, dei cervi morti, dei fucili ereditati. La caccia finale per la quale è pronto il figlio Marcus è anche La Caccia del titolo inglese e il movimento centrale del film: una ricerca della verità, se esiste, o di un colpevole, se c'è. Ma non basta. Il film avrebbe potuto essere di più: più crudele, più straziante, più sviluppato, più iracondo. Spesso il cinema ha toccato questo argomento riuscendoci molto male o discretamente (The Woodsman) perché non è certo un tema facile. Ma avete mai visto Little Children?

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