mercoledì 24 giugno 2015

un nuovo Apple Store.



Ruth & Alex:
L'amore Cerca Casa

5 Flights Up, 2014, USA, 92 minuti
Regia: Richard Loncraine
Sceneggiatura non originale: Charlie Peters
Basata sul romanzo Ruth & Alex di Jill Ciment (Newton Compton)
Cast: Diane Keaton, Morgan Freeman, Cynthia Nixon,
Alysia Reiner, Carrie Preston, Miriam Shor, Josh Pais,
Claire van der Boom, Maddie Corman, Sterling Jerins,
Joanna Adler, Hannah Dunne, Liza J. Bennett
Voto: 5.9/ 10
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Sposati da quarant'anni, da quarant'anni Ruth e Alex convivono in una luminosissima casa («servono gli occhiali da sole per fare colazione») in cui Alex si è ritagliano una stanza per fare il suo studio, atelier di tele e pittura, dalla vista mozzafiato fuori dalla finestra, una vista su una città che in quarant'anni è cambiata – sono stati inaugurati nuovi Apple Store e le giovinastre, uscendo dalle porte dei negozi, hanno perso l'abitudine di dare la precedenza ai più anziani entranti, nella prima e più profonda scena-dettaglio del film, rovinata dalla voce fuori campo. Voce di Alex: che si domanda il perché, dopo tutti questi anni, di dover vendere la dimora, sempre più vicini all'età anziana: il quinto piano senza ascensore del titolo originale è la causa principale, ma ormai i coniugi ci hanno così fatto l'abitudine che, a differenza del cane o della nipote, salgono senza un lamento – «sono una quarantenne circa e non ho già più il fiato». Aiutati da un'agente immobiliare, uno controvoglia e l'altra stoicamente, procedono all'open-house, all'accoglienza di eventuali acquirenti, futuri inquilini di quella casa in cui ogni parete sembra parlare. Si mettono in mezzo però: un malore al cane domestico, su cui bisogna intervenire con una TAC costosa, e un'intervento ancora più caro; poi una specie di kamikaze arabo, un probabile trasportatore di bombe che ha seminato il panico in città e su un ponte, che forse deruba negozi e tassisti, di cui tutti sono alla ricerca. L'evasore allenta l'interesse verso l'immobile, ma non poi neanche tanto; il cane distrae i proprietari terrieri, che sulla panchina di fronte al fiumiciattolo, come tutti gli americani, si interrogano sui massimi sistemi. Ne segue una vicenda immobiliare in cui con lieve piglio satirico vengono mostrati personaggi e figure tipici del caso, quelli sempre insoddisfatti dei muri che vanno a vedere, i menefreghisti, le mamme con figlie che testano il materasso visto che è «il posto dove passerò la maggior parte del tempo, in questa casa». Lo sguardo di Morgan Freeman si sposta su un ritratto fatto alla consorte in gioventù: flashback sul loro essersi conosciuti, lui pittore e lei modella presa dall'agenzia non perché bella ma perché vera (…); lo sguardo di Diane Keaton si sposta sulla porta di fronte: flashback sul vicino che, vedendosi nel palazzo un nero, chiude la porta senza salutare, e così la madre, «soddisfatta» del matrimonio della figlia, ma non «felice». La trama esile della pellicola vorrebbe contenere forse troppi temi, primo fra tutti quello della tolleranza razzista a cui ogni film made in U.S.A. con un interprete di colore deve accennare per forza: asciugato di qualsiasi romanticheria, al punto che i due a malapena si sfiorano – ma si colgono come ogni coppia anziana sa fare – il film si incastra in questo tour-de-force al rialzo sul valore dello stabile che quasi si fa thriller verso la prevista decisione finale: resteranno in quella casa o no? Si fa guardare – magari anche in televisione, magari al pomeriggio – soprattutto per i due interpreti: premi Oscar e mostri sacri della spontaneità. Li dirige uno che di mostri sacri ne ha visti, Richard Loncraine – regista del Riccardo III con Ian McKellen e Annette Bening e del televisivo La Mia Casa In Umbria con Maggie Smith. Niente di nuovo sul fronte, appunto, occidentale: ma un esercizio d'indovina-dove-l'hai-visto: dietro la ben celebre Cynthia Nixon di Sex & The City fanno capolino l'Arlene di True Blood e Elsbeth Tascioni di The Good Wife Carrie Preston fino all'Alysia Reiner di Orange Is The New Black.

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