domenica 23 agosto 2015
bianca come il.
L'A.S.S.O.
Nella Manica
The DUFF, 2015, USA, 101 minuti
Regia: Ari Sandel
Sceneggiatura non originale: Josh A. Cagan
Basata sul romanzo The DUFF di Kody Keplinger
Cast: Mae Whitman, Robbie Amel, Bella Thorne,
Bianca A. Santos, Skyler Samuels, Romany Malco,
Nick Eversman, Chris Wylde, Ken Jeong, Allison Janney,
Rebecca Weil, Seth Meriwether, Benjamin Davis
Voto: 6.3/ 10
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Sempre con la mano alzata a scuola, bravissima in tutte le materie, inspiegabile amica di due ragazze mediamente inserite nella società, Bianca è totalmente disinteressata a far apparire le sue tette staccate, più lunghe le sue gambe: in salopette e scarponi e camicia di flanella va a scuola mentre Madison – nella perfetta esistenza di Bella Thorne – ondeggia nei corridoi verso Wesley, che prende e lascia, che ama e disprezza, che si allena per sfoderare i marmorei addominali, che si aggira in casa in canottiera, col trapezio visibile, mentre la sua vicina e amica d'infanzia, compagna di giochi e di bagnetto, Bella appunto, gli vive di fronte. A una festa lui si lascia scappare ciò che tutti pensano: che è un'A.S.S.O., un'Amica Sfigata Strategicamente Oscena: utile alle sue inseparabili compagne in modo che quelli carini le si avvicinino per sapere: «sono single?», «ti parla mai di me?». Allibita dalla rivelazione, scende al patto (eccolo, lo stavamo aspettando): lei gli dà ripetizioni in modo da farlo diventare uno sportivo anche intelligente, lui l'accompagna per i soliti centri estetici, negozi d'abbigliamento, a svelarle i misteri della bellezza (perché, poi, un uomo?). Nei vari step della metamorfosi succedono due cose: la prima è nascosta dietro ogni angolo, «in un film, si diceva, le colline hanno gli occhi; qui le colline hanno una stronza che riprende tutto col telefonino»: i video di Bianca che sculetta, limona con i manichini, fa il nome del compagno di scuola che le piace, si cambia mostrando cosce flaccide e monociglio, vengono caricati online e resi virali – perché un film che oggi parla del liceo americano non può non contenere il termine virale, qualche smartphone e un riferimento a YouTube. La seconda cosa che succede è che Bianca e Wesley parlano, ridono, si baciano per scherzo allenatorio e così il resto lo sappiamo già – come il restante precedente d'altronde. Se The DUFF sta in piedi (e mi rifiuto di chiamarlo con l'italico nome) è semplicemente per la sua protagonista Mae Whitman, voce originale di Trilli per la Disney, caratterista comica, classe 1988, che attraverso sproloqui, vocalizzi, smorfie tiene la pellicola sempre per le bretelle mentre affonda nel previsto ovvio. Tiene addirittura testa ad Allison Janney, la signora number six degli Emmy Awards, madre abbandonata dal marito che mette in piedi un corso di autostima, autodifesa sentimentale e rinascita spirituale con cui diventa celebre – e che cerca di rivendere online – ricordando l'infoiato Tom Cruise di Magnolia. Robbie Amell, 27 anni appena, star della serie The Tomorrow People, cugino di Stephen Amell, star della serie Arrow, è utile solo ad essere senza maglietta nello spogliatoio, scena d'obbligo nel filone cinematografico, con la stessa incursione di The Hole anche se lì l'audacia era ben più spogliata: qualche coraggio nei termini usati, pochissima volgarità, demenzialità assente nonostante la presenza del Ken Jeong di Community, eppure se il film risulta sufficiente non decolla mai sopra ai suoi cugini più rodati, sforzandosi solo nei titoli di coda di vomitare social networking e tecnologia, ritagliando agli sms e alla dipendenza dal virtuale solo gli spiragli a cui siamo già abituati: anche la madre, rimasta sola e che si vuole rimettere in gioco, che apre un profilo su un sito d'incontri («abbiamo scritto che siamo giovanili e in forma, e abbiamo mentito entrambi») è già un cliché. E chissà se scopriremo mai che l'appellativo «duff» venga sul serio utilizzato, adesso, nei college e nei licei, luoghi-impero di così tante storie infinitamente lontane dalle nostre, eppure così padroneggiate.
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