venerdì 14 agosto 2015

spaccatutto.



Pixels

id., 2015, USA/ Cina/ Canada, 106 minuti
Regia: Chris Columbus
Sceneggiatura non originale: Tim Herlihy & Timothy Dowling
Basata sul cortometraggio di Patrick Jean
Cast: Adam Sandler, Kevin James, Michelle Monaghan,
Peter Dinklage, Josh Gad, Matt Lintz, Brian Cox, Sean Bean,
Jane Krakowski, Ashley Benson, Jakie Sandler,
Anthony Ippolito, Jared Riley, Andrew Bambridge,
Jacob Shinder, Matt Frewer, Dan Aykroyd, Affion Crockett
Voto: 4.8/ 10
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Nei favolosi anni '80 che tutti (quelli che c'erano) adesso rimpiangono in diversi approcci creativi, a seconda dei propri mestieri, la NASA, capitanata dalla volontà sociale, inviò nello spazio senza meta precisa una di quelle boxes effettivamente inviate nello spazio – contenente immagini, video e simboli della cultura e dell'evoluzione umana: quindi registrazioni di Happy Days e Madonna, videogiochi arcade e anche i risultati di un campionato, di questi ultimi, in cui Brenner si piazzò secondo dietro il Peter Dinklage de Il Trono Di Spade («la migliore serie dopo Twin Peaks», riporto); adesso Dinklage è dietro le sbarre e Brenner alla guida di un furgoncino per andare a riparare pezzi elettro-meccanici dalla gente che lo chiama dalle Pagine Gialle, miglior amico del Presidente (che c'era, quando lui si piazzò secondo) con cui è passato ad apprezzare Scarlett Johansson dopo Farrah Fawcett – ma ancora non coglie il divertimento nelle consolle fatte per giochi spara-tutto, ammazza-tutti, carichi di violenza e senza «uno schema». Trentatré anni dopo quell'evento, decaduto Obama che però viene ricordato, Kevin James prepara torte alla Casa Bianca con la compagna Jane Krakowski, che dirà sì e no due frasi, e sarebbe stata molto divertente se ne avesse dette di più – invece a parlare è lui, e il divertimento è inesistente – e la NASA avvisa di avvistamenti nell'etere perché quelle intercettazioni aliene che hanno ricevuto, aperto e studiato la box, hanno creduto che quei videogiochi arcade fossero minacce di guerra (loro i fantasmini e la Terra Pac-Man) per cui hanno costruito versioni gigantesche di Donkey Kong o degli Space Invaders utilizzando, come da titolo, pixels, materiale cioè capace di ricomporsi una volta disintegrato (a meno che non sia disintegrato secondo le regole del gioco) e che riporta a se stesso tutto il materiale che colpisce. Per fronteggiare l'attacco allora il governo chiama a rapporto gli unici in grado di analizzare e rispondere allo «schema» digitale: e quindi, oltre al creatore di Pac Man, Adam Sandler, Dinklage e Josh Gad che negli anni '80 era un bambino. Moderni Ghostbusters – impossibile evitare il confronto – riportano in auge la moderna figura del nerd sfigato alle feste di compleanno e osannato nelle sale-giochi, chiuso in casa tutto il tempo davanti al proprio schermo e poco propenso alla cura di sé. Sandler infatti, che già non brilla di appetibilità estetica, è qui un trasandato operaio sovrappeso, con la battuta pronta per clienti ricche che si mettono a piangere nella cabina armadio (vedi alla voce: Michelle Monaghan) e dal quale quindi non ci aspettiamo un sì facile flirt amoroso. Ma Sandler si è fatto il film su misura, scansando addirittura il regista Chris Columbus, classe 1958, il regista addirittura di Mamma Ho Perso L'aereo, di alcuni Harry Potter, il primo Percy Jackson e Una Notte Al Museo, il quale è arrivato per ultimo nello sviluppo del progetto: basato sul cortometraggio dallo stesso nome diretto dal francese Patrick Jean e vincitore dell'Annecy Crystal 2011, lo script di Tim Herlihy è stato commissionato da Adam Sandler mentre Columbus proponeva il remake di Hello Ghost, film della Corea del Sud di Kim Young-tak. Ne risulta un prodotto inclassificabile (al quale è stato tolto il danno alla Grande Muraglia per non incappare nella censura cinese): oscillando nei fenomeni disneyani di queste decadi, la Marvel e la Pixar, la commistione della catastrofe planetaria a certe trovate di Ralph Spaccatutto dovrebbe concludersi come film perfetto per gli amanti del genere – eppure si riempie di battute demenziali, trovate surreali, risvolti da commedia romantica: un pasticcio, e incassa 135 milioni di dollari.

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