Il Ragazzo Della Porta Accanto
The Boy Next Door, 2015, USA, 92 minuti
Regia: Rob Cohen
Sceneggiatura originale: Barbara Curry
Cast: Jennifer Lopez, Ryan Guzman, Ian Nelson, John Corbett,
Brian Mahoney, Kristin Chenoweth, Lexi Atkins,
Hill Harper, Jack Wallace, Adam Hicks, François Chau,
Bailey Chase, Kent Avenido, Travis Schuldt, Raquel Gardner
Voto: 3.6/ 10
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La sveltina più famosa del mondo: quella con la segretaria, che porta
Jennifer Lopez a separarsi dal marito – quasi a divorziare, perché la migliore amica le impone di riprendere in mano le redini della vita, di rifarsene una nuova, di uscire con uomini più dignitosi, a prescindere dalla loro opinione sull'attuale studio dei classici greci e latini (forse non sanno che J.K. Rawling…) – ma Jenny from the block è insegnante di Lettere (…) divorata dal cattolicesimo, diciamo, che passa giorno e notte a ripensare alla vita famigliare, con un figlio adolescente con problemi di inserimento sociale a cui farebbe bene una figura paterna fissa – preso in giro a scuola, bullizzato davanti alla ragazzina che gli piace a cui non riesce a chiedere nemmeno l'ora, come tutti gli
high school movies ci hanno insegnato. Per cui, restata sola a gestire gli sgoccioli di una bollente estate, la Lopez fatica a uscire dal garage causa saracinesca difettosa: un bicipite si impone sovrano: è quello di
Ryan Guzman, faccia banale come il titolo della pellicola, quasi ventenne (ah ah ah!) che si propone di passare dal ferramenta e comprare le due viti necessarie a rimettere in sesto l'impianto. Si è appena trasferito, orfano di entrambi i genitori causa incidente stradale e abitante ora della casa dello zio lontano, anziano e disabile. La sua finestra-di-fronte è di fronte a quella di Jenny, che per caso e per fortuna una sera lo guarda rimirarsi in appannato specchio (cit.), completamente nudo. E lui se ne accorge. E la invita a cucinare, una sera, e poi a restare a cena, e poi a restare in camera da letto – e lei cucina mangia e si stende ma nessuna delle tre mosse renderà celebre il film ai posteri, nemmeno la sfrontatezza con cui il naso le si insinua tra le cosce, e poi le mani che la invitano a tastare i multipli solchi addominali. Lei gli spiega, dopo: si è trattato della debolezza di una sera. Lui le risponde senza parole: si infiltra nella casella di posta, le tappezza l'aula di foto sconce, finisce ad essere studente nella sua classe, la ricatta col video di quella notte, la sveglia con la musica a tutto volume mentre a finestre aperte se la spassa con altre pollastre. Lo
stalking – tema brividoso del film che si vorrebbe staccare dagli esempi cinematografici precedenti per attualizzarsi con dispositivi mobili e
web practices – s'infittisce a differenza della trama, che galoppa verso una conclusione sempre più separata: di qua i buoni di là i cattivi – e i buoni, vedrai, finiranno tutti con lo stare insieme, e i cattivi, ovviamente, sono pazzi. Dita infilate negli occhi, torture, un rogo umano per un epilogo che ci ricorda chi è che produce il tutto: «potrà finire come uno dei peggiori film del 2015» scrive il Boston Globe, «ma è anche uno dei più coinvolgenti». Tre voti sufficienti ogni dieci, ma nonostante le recensioni negative – che comunque sottolineano la distanza tra questo film e lo
scult – la Lopez ha ottenuto buoni risultati, dice Vanity Fair: «crede veramente in quello che dice e fa, ma è consapevole di non stare facendo Shakespeare». Andato molto bene al box office, incassando venti volte il suo budget e classificandosi come “thriller erotico” grazie alla facilità con cui i pantaloni di Guzman cadano quando è di spalle, segna la Storia per la scena all'inizio del flirt fra l'insegnante e l'addominale, quando lui si presenta a casa di lei regalandole, attenzione, la prima edizione di Omero, che, come fa notare lei, gli sarà costata un putiferio visto che, facendo due conti, la prima edizione dovrebbe essere stata stampata circa duemilatrecento anni fa, profetizzando l'invenzione di Gutenberg del 1455.
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