lunedì 10 agosto 2015

la pelle che abito.



Ex Machina
id., 2015, UK, 108 minuti
Regia: Alex Garland
Sceneggiatura originale: Alex Garland
Cast: Domhnall Gleeson, Oscar Isaac, Alicia Vikander,
Sonoya Mizuno, Corey Johnson, Symara A. Templeman
Voto: 7.9/ 10
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Il ginger irlandese Domhnall Gleeson (figlio di Brendan, con cui ha condiviso il set religioso di Calvario, il maggiore dei fratelli Weasley in Harry Potter E I Doni Della Morte ma soprattutto il protagonista, non talentuoso, John di Frank) viene scelto (selezionato?, sorteggiato?) per accedere nella blindatissima casa di Nathan, il CEO della Bluebook, il programmatore che ha ideato l'algoritmo su cui si basa adesso uno dei più importanti motori di ricerca del mondo: una casa dispersa tra prati e cascate e colline al punto che l'elicottero, impossibilitato ad arrivarci, lo lascia metri prima, e lo fa andare a piedi. Caleb, Gleeson, conosce così Oscar Isaac, che si conferma il più sottovalutato attore dei nostri tempi: rasato ma con barba e due vizi: l'allenamento fisico e la vodka liscia. Motivo del “viaggio premio” è testare un prodotto segreto e riservatissimo del suo capo e mentore, al punto da dover firmare contratti di riservatezza, avere ristrettezze sulle stanze della casa, telecamere dovunque che registrano ogni mossa, ogni movimento, addirittura fotocellule nel muro che impediscono l'abbandono in certi casi. Un'esagerazione a cui presto è data risposta: Ava, donna-macchina con componenti elettroniche ma dal mirabile volto umano, dai modi umani; dai sentimenti umani? Ecco il compito di Caleb, testare la macchina per scoprire fin dove è macchina e fin dove persona – senza rivelare niente a nessuno, ché pure la domestica di casa, giapponese silenziosa, non capisce l'inglese e quindi non può lasciarsi scappare una nota ad anima viva – rinchiusa com'è in quel posto, poi… Ma Ava, durante un blackout, ammonisce Caleb: di non fidarsi di tutto ciò che gli verrà detto. L'avviso ingigantisce il thrilling della situazione, claustrofobica già di suo, tipico risultato degli ingredienti: sconosciuto, sconosciuto, casa isolata. Con uno sconosciuto che ha il coltello dalla parte del manico e l'altro che siamo noi. Il gioco delle parti si ribalta, alla fine, senza spoiler, quando il dubbio colpisce anche la macchina: che magari ha troppe pretese umane e nessun vero sentimento. Da che parte stare? Ricalcando temi e utopie più universali ed eterne del sogno creazionista, Alex Garland (lo sceneggiatore di The Beach, di 28 Giorni Dopo, di Non Lasciarmi che è il diretto anticipatario di questa pellicola) abbandona i libri da cui di solito attinge per il suo materiale ma se ne ricorda, soprattutto di quei romanzi ottocenteschi dall'impianto gotico e dagli archetipi tragicamente greci, Prometeo, Frankenstein, il dottor Jekyll – tutta roba che è pure servita a Pedro Almodóvar per il suo penultimo La Pelle Che Abito, dove la partenza non è la codificazione digitale ma una vendetta corporale. Garland però si supera: asciuga trama, personaggi, unità di tempo e di luogo al punto da ridurre al minimo indispensabile e non sbava neanche in una scena; mentre riempito di barocchismi Almodóvar era incappato in qualche scivolone. La prima idea per Ex Machina gli venne in mente quando a 11, 12 anni circa, i genitori gli comprarono un computer e lui ebbe le prime nozioni di programmazione. Crescendo, si batté coi suoi compagni che sostenevano che le macchine non avrebbero mai raggiunto la sensibilità: lesse libri sulla coscienza e realizzazione dei robot e lavorò ai suoi progetti con scrittori esperti di neuroscienze, lasciandosi ispirare da 2001: Odissea Nello Spazio e Stati Di Allucinazione di Ken Russell. Per realizzare un film genuino, privo di scene d'azioni banali richieste dalle major, ha cercato di restare al minor budget possibile (15 milioni di dollari): durante le riprese non è stato infatti usato il green screen, né tracking marker né effetti digitali: tutto è stato aggiunto in post-produzione. La parte più corposa degli effetti sta in Ava, interpretata dalla futura onnipresente Alicia Vikander; questa si compone del suo effettivo volto, ripreso in rotoscopio, e una parte del busto completamente trasparente, che permette di farci vedere cosa c'è alle sue spalle. Non a caso, si legge: Ex Machina si appoggia con più forza alle sulle idee e non sugli effetti – ed è un film di fantascienza insolitamente coinvolgente.

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