giovedì 31 maggio 2012
brindiesh #3.
Attack The Block
id., 2011, UK, 88 minuti
Regia: Joe Cornish
Sceneggiatura originale: Joe Cornish
Cast: John Boyega, Jodie Whittaker, Alex Esmail, Leeon Jones,
Franz Drameh, Simon Howard, Luke Treadaway
Voto: 8.5/ 10
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I film inglesi, inglesi britannici, si dividono in un paio di categorie: i drammoni in costume (Il Discorso Del Re, Jane Eyre, Wuthering Heights) e le pellicole indipendentissime ambientate nelle periferie sudicie, nei quartieri malfamati, nei ghetti (Tyrannosaur, Submarine) che a volte sentono l'influenza dei kolossal del momento e, restano nella loro indipendenza, fanno comparire poteri paranormali e mostri (Misfits). Questo film appartiene a quest'ultima categoria, raccontandoci la storia di un gruppo di quindicenni (e poco meno) di un “block”, un quartiere, dimenticato da Dio; ma se lo stesso succedeva per Chronicle (film però americano) che si sforzava di essere amatoriale e non ci riusciva fino in fondo, questo mantiene la sua coerenza dalla prima all'ultima scena, senza scivolare nella brutta copia di Spider Man.
L'“attack” del titolo, in questo “block”, è un'invasione aliena, una pioggia di strane creature irriconoscibili, che alcuni scambiano per cani altri per gorilla, mucchi di pelo con denti e odore riproduttivo fluorescente verde. Ero molto scettico all'idea di guardare un film del genere. Ero scettico anche se questo Attack The Block aveva ricevuto la nomination come miglior debutto (di un regista e sceneggiatore, Joe Cornish, reduce da alcune serie televisive) ai BAFTA dell'anno scorso e aveva vinto il premio come miglior opera prima a Toronto. Ero scettico ma mi sono ricreduto perché dopo un mezzo furtarello iniziale - a una ragazza che resterà con noi fino alla fine - siamo incollati di fronte a questa banda di bulletti locale, giovanotti auto-elettisi guardiani dell'isolato, che girano con nello zaino mazze da baseball, razzi e fuochi d'artificio che, hanno notato, stordiscono e debilitano questi alieni pelosi. Girano in bici, con la moto del pony pizza, infilano spade rubate dall'arredamento di casa nelle schiene dei mostriciattoli e poi esibiscono i cadaveri dei caduti, se ne vantano, ridono, fino a quando la polizia li insegue e ferma - per possesso di droga, disturbo della quiete pubblica, furto. Ma la polizia è destinata a non fare una bella fine, come molti altri: parte l'effetto Dieci Piccoli Indiani (ma ci si ferma a cinque) e noi siamo ancora più incollati.
Un sacco di colpi di scena, una telecamera che sa sempre dove andare e ogni tanto sorprende, qualche battuta che fa sorridere non poco, qualche battuta che fa perdere un paio di punti, la musica (di artisti vari) da filmone in costume coi supereroi che non ci sono e un manipolo di pischelli presi per quello che sono: pischelli (bravissimi a recitare) che vorrebbero fare gli adulti, che si danno delle arie e dei soprannomi, dei ruoli, si fanno le canne e si fanno coraggio per affrontare questi demoni ma, in quanto pischelli, poi capita che tentano di correre giù dalle scale in sella a una motoretta e cadono, perché non siamo in un kolossal poco credibile ma in un bel film, sui generis, ma molto ben fatto.
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