venerdì 1 giugno 2012

il film francese.





La Guerra È Dichiarata
La Guerre Est Déclarée, 2011, Francia, 100 minuti
Regia: Valérie Donzelli
Sceneggiatura originale: Valérie Donzelli & Jérémie Elkaïm
Cast: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, César Desseix, Gabriel Elkaïm
Voto: 6.5/ 10
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Ne avevamo parlato durante il Torino Film Fest (dove era stato presentato fuori concorso) e poi durante tutto quel periodo pre-Oscar in cui ogni stato ha scelto il film da mandare oltreoceano. La Francia, consapevole di ciò che avrebbe fatto The Artist (che è stato considerato “miglior film” e non “miglior film straniero”) ha scelto di usare come pellicola nazionale questo La Guerra È Dichiarata, che pure era stato presentato a Cannes 64 (ma in una sezione piccola), nonostante il successo di Piccole Bugie Tra Amici e del successivo Quasi Amici, forse perché voleva portare alla ribalta un certo cinema francese ben lontano dalla tradizione che ha lasciato Amélie e dalle commedie.
Eppure, questo film, ha in sé il morbo della fiaba. A cominciare dalle prime scene: lei si chiama Giulietta, lui si chiama Romeo (ma entrambi in francese), si conoscono a una festa, lei dice: «siamo destinati a stare insieme» e lui risponde: «siamo destinati a finire male». Scappano dal party e corrono verso i giorni che hanno davanti, il futuro radioso, la spensieratezza, le gioie condivise, e fanno un figlio, che con molta originalità fonetica chiamano Adamo (ma in francese). A diciotto mesi il bambino piange continuamente, vomita, incrocia gli occhi, non cammina, non li lascia dormire né vivere in pace. Loro hanno qualche amico, un sacco di pareti da imbiancare, trovano il tempo di andare dal medico e poi da un pediatra e poi da uno specialista. All'inizio non si capisce bene cosa il bambino abbia, ma poi la diagnosi è chiara, e la guerra è dichiarata. Perché Juliette e Romeo non si arrendono, e continuano a imbiancare pareti, a vedere la famiglia e qualche amico e a fare la spola tra Parigi e Marsiglia in attesa dell'intervento chirurgico. Ogni tanto crollano, ogni tanto si rialzano, per due o tre volte hanno dei dialoghi che strappano il cuore («perché è capitato proprio a noi?»; «perché siamo in grado di farcela»), ma in fondo, ci chiediamo mentre guardiamo il film, quanto siamo contenti di assistere al dramma di una giovanissima famiglia che fronteggia una malattia infantile?
La regista Valérie Donzelli, navigata attrice francese che si è fatta notare nel 2011 con Martha... Martha e nel 2006 con 7 Ans, decide di tornare dietro alla macchina da presa dopo La Reine Des Pommes di quattro anni fa per raccontare ciò che davvero ha passato col suo compagno, l'attore Jérémie Elkaïn che con lei ha scritto e interpretato questo film. La malattia di loro figlio, la fine della separazione, la forza artistica, l'indissolubilità del loro legame li hanno portati a voler rivivere minuziosamente ciò che hanno subito, e dedicano la pellicola (compare scritto alla fine) a Gabriel, il primogenito, e agli ospedali pubblici e ai dottori e alle infermiere.
Grazie a Dio il film non è una lagna da tagliarsi le vene: lui saltella, lei balla il can can, insieme urlano frasi dalle scale, cantano anche in contemporanea in treno. Appunto, pare una fiaba. O meglio, un cartone animato. Si sussurrano cose, spuntano dai lati, corrono. La telecamera ogni tanto ci regala qualche zoom gratuito. Pare un filmino amatoriale. Ben interpretato, con una musica (non originale) superba e ben scelta, una lezione di vita su come sdrammatizzare i dolori e rialzarsi o meglio mai cadere, “un inno alla gioia” dice la locandina, ma il montaggio fa a cazzotti con la fotografia per chi ne esce peggio.

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