sabato 22 settembre 2012

un film di gay.



Come Non Detto
id., 2012, Italia, 90 minuti
Regia: Ivan Silvestrini
Sceneggiatura originale: Roberto Proia
Cast: Josafat Vagni, Monica Guerritore, Antonio Bruschetta,
Valentina Correani, Valeria Bilello, Francesco Montanari
Voto: 7.6/ 10
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Questa è l'Italia: seduti davanti a me, in sala, ci sono tre ragazzi, due femminucce e un maschietto, c'avranno avuto l'età del liceo, le due tipe si fanno largo tra le poltrone della seconda fila e si siedono il più avanti possibile «che fa figo» e lui continua a ripetere: «ma io volevo vedere Madagascar». Il film comincia con la voce fuori campo che davanti allo specchio fa le prove di coming out, «mamma, papà. Sono omosessuale». Il ragazzo davanti a me urla e fa per andarsene, ma le fanciulle lo tirano per il cappuccio. Nell'intervallo, poi, loro andranno a comprare i viveri e lui rimarrà in seconda fila a chiamare al Gigi per dirgli «Gigi, la Cami e la Claudia mi hanno portato a vedere un film di gay!» abbassando il tono sulle ultime quattro parole.
E anche questa è l'Italia: su per le scale verso l'uscita, alla fine del film, due eleganti signore di quelle che vanno al cinema alle quattro del pomeriggio per ammazzare il tempo commentano: «beh è stato bello no?», «sì, sì, molto fine, per niente volgare, nonostante il tema».
Ecco. Questa è l'Italia: un paese dove esistono “i film di gay” ma non certo “quelli di etero” né quelli “di animali” (come Madagascar), e ci si sorprende che “i film di gay” non siano volgari dato il tema. Per cui, diamo a Come Non Detto due meriti: essere un film di gay non volgare e che i liceali vedono fino in fondo.
In realtà, di meriti se ne potrebbero trovare degli altri: le interpretazioni dei non protagonisti su tutti (mai nella vita Monica Guerritore ha toccato questi livelli di credibilità, e ci inchiniamo davanti alla mejo der Colosseo Valentina Correani che avevamo lasciato tutta educata a condurre Mtv, come l'altro genio Francesco Montanari, e Nanni Bruschetta che fa sempre la stessa parte, e la fa bene), mentre la figura centrale ed esordiente di Josafat Vagni ogni tanto c'azzecca il tono e ogni tanto no, ma a un musetto come il suo perdoniamo qualunque cosa, e poi non ha colpe: sono i dialoghi che ogni tanto s'accasciano, insieme agli attori più stretti (l'amica Valeria Bilello). Su una sceneggiatura che però sta in piedi (una gran fretta di arrivare a questa cena in famiglia tanto nominata e viaggiare per flashback su diversi livelli, cosa non facile) si spalmano le storie di questo nucleo roman(esc)o in cui marito e moglie si sono separati per i continui tradimenti di lui e la continua sottomissione di lei, mentre la nonna sta a guardare in silenzio, troppo impegnata a lasciare curricula a negozi e agenzie di tutti i tipi perché ossessionata dalla volontà di lavorare (ha 83 anni), ed è la trovata geniale del film. I figli, sono la cocca di papà - burina, maschiaccia, violenta, volgare, con generosa prole al seguito e marito meccanico - e il cocco di mamma - educato, perfettino, composto, benvestito, e senza vita sentimentale o sessuale. Quest'ultimo, molto banalmente, comincia col parlare davanti allo specchio (pecca numero uno) come facciamo noi tutti, d'altronde, perché ha deciso di fare coming out a causa della calata del moroso spagnolo dalla Catalogna che vuole essere presentato ai genitori. Dalla sua parte, il nostro eroe ha: l'amica di tutta la vita che in fondo è innamorata di lui (pecca numero due) e un gay navigato che di notte è regina del deserto e di giorno stende e stira a pagamento. Con loro, dalla metà in poi, si ritroverà in una serie di sketch degli equivoci e delle coincidenze tipiche di Bugs Bunny & Co. (pecca numero tre). Ma son ben fatte, e noi ci crediamo.
Ottima fotografia, buona regia (pure esordiente), a volte sorprendente, che non si avvicina per niente al temuto Ferzan Özpetek con cui il paragone era doveroso, neanche quando si sta a tavola a mangiare, ma forse si avvicina di più al Pappi Corsicato de Il Seme Della Discordia.
Lo sceneggiatore sostiene che non esista una guida su come dire ai propri genitori che si apprezza la nerchia e pubblica una “spassosa guida” con in copertina la locandina del film. Mentre Syria passa alla radio con una canzone tremenda dallo stesso titolo.
L'Italia: operazioni di marketing malriuscite.

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