lunedì 24 settembre 2012

Venezia 69: Frédéric Fonteyne.



Tango Libre
id., 2012, Francia, 98 minuti
Regia: Frédéric Fonteyne
Sceneggiatura originale: Philippe Blasband, Anne Paulicevich
Cast: Anne Paulicevich, François Damiens, Zacharie Chasseriaud,
Sergi López, Jan Hammenecker, Corentin Lobet
Voto: 8.6/ 10
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Venezia 69
Premio Speciale della Giuria - Orizzonti
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Vince a Venezia 69 un premio minore di una sezione minore il più bel film presentato quest'anno al Lido: originale, drammatico, spassoso, ben diretto, ben interpretato, benissimamente montato e musicato. È un film che prende, che piace, che incanta, che sorprende, che strappa l'applauso alla fine sebbene poi, riflettendoci, si notato le imperfezioni.
Ma cosa importa; si parte già col mordente: una guardia carceraria prende lezioni di tango e al corso si imbatte in una intrigante donna silenziosa che già al primo giorno fa ritardo e che la telecamera proprio non vuole inquadrare. Ci balla assieme, e se lui è “tutto tecnica” lei è “tutto trasporto”. I due, poi, si incontreranno poco dopo in altra sede, perché lei andrà in prigione a incontrare un detenuto. Poi, chiederà di incontrarne un altro. Si porta dietro il figlio e col pargolo si divide tra un tavolo e l'altro, tra un uomo e l'altro, e se capiamo subito chi sia il padre del (bellissimo) fanciullo, non ci è mai chiaro perché la donna baci entrambi sulla bocca - o meglio, questa mossa la possiamo anche capire, ma l'amicizia fraterna dei due omoni allora su cosa si basa? Le lezioni di tango proseguono, l'iniziale sparatoria a rallentatore con musica bislacca continua a non trovare una giustificazione, e lei con la guardia carceraria che si chiama C.J. non ci balla più perché lui è un tipo bizzarro, oltre che pessimo danzatore, e i due mariti sono un pelo gelosi, e la guardia che se ne sta sempre zitta e buona non riesce proprio a non farsi scoprire mentre se ne sta ad osservare e spiare gli incontri programmati. Accecato dalla gelosia, allora, il marito 1 (il bravo Sergi López) cerca due argentini tra le celle e chiede loro di poter ricevere lezioni di ballo, ma questo gli ridono in faccia e dicono che no, non sono capaci, gli unici due argentini che non sanno ballare il tango. Ma poi succede qualcosa e si scatena il tormentone tra le gabbie, altro che “Waka Waka”, qua tutti i detenuti, come gli artisti di Cesare Deve Morire, trovano qualcosa con cui riempire i giorni e in cui mettere dell'impegno e pieni di daffare sgambettano e simulano cerchi, e ballano a coppie di uomini, tanto che male c'è?, così pare sia nato il tango argentino, agli albori.
Poi il film prende una piega bizzarra: tragica, ma non si smette mai di sorridere - e di ridere, in scenari di degrado come possono essere quelli della prigione e in coloratissime e contrastanti case. Con un finale alla Little Miss Sunshine.
Il generale Franco del capolavoro Il Labirinto Del Fauno continua ad essere cattivo ma un po' meno e più umano, più attaccato al figlio che (non) ha. Parla un impeccabile francese, nonostante sia spagnolo, ma all'occorrenza parla anche spagnolo, ed è circondato da francesi (per proseguire la tradizione de Le Donne Del 6° Piano), tra cui l'attrice Anna Paulicevich che è anche sceneggiatrice - oltre ad essere l'unica donna del film. A differenza di quest'ultima, esordiente, Lopez con Frédéric Fonteyne aveva girato anche Una Relazione Privata (1999) che l'aveva portato a Venezia in concorso e aveva fatto vincere la Coppa Volpi a Nathalie Baye.

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