venerdì 2 maggio 2014

american gigolò.



Gigolò Per Caso
Fading Gigolo, 
Regia: John Turturro
Sceneggiatura originale: John Turturro
Cast: Woody Allen, John Turturro, Vanessa Paradis,
Sharon Stone, Sofía Vergara, Liev Schreiber
Voto: 6.6/ 10
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Sentendo frasi del tipo «il nuovo film di Woody Allen» capiamo quanto, suo malgrado, il regista di Manhattan abbia un peso enormemente influente sulle locandine in programmazione; il film non è di Woody Allen, è con Woody Allen, operazione che di rado accade – anche perché Blue Jasmine si inserisce ormai nei film dell'anno scorso quindi ci si aspetta l'annuale ritorno in sala. Il film è di e con John Turturro – e chi è?, si chiedono gli italiani. Eppure un film in Italia l'ha fatto, Passione, e prima ancora ha diretto Kate Winslet, Susan Sarandon e James Gandolfini in Romance & Cigarettes; arriva alla sua quinta regia e ribalta il solito stile, si fa commediografo americano, segue un binario già segnato da un genere di cassetta, e chiama a rapporto chi lo diresse in Hannah E Le Sue Sorelle, a interpretare sempre se stesso, sempre lo stesso ruolo che fa dire, alla gente che entra in sala, «il film di Woody Allen» in cui ci si aspetta di veder sbraitare Woody Allen. Sorprende che la sceneggiatura non abbia collaborazioni: Allen si attiene a ciò che Turturro gli dà, fino alla costruzione di un siparietto finale in cui il cliché ebraico sfocia in una sorta di giudizioso tribunale degli equivoci.
Fioravante (Turturro) è un italo-americano che di mestiere compone fiori e foglie ma è tanto abile con le mani da far tutto ciò che i lavori extra possono richiedergli: idraulico, elettricista, per provocante suggerimento dell'amico storico Murray (Allen), che chiude la sua storica libreria e necessita guadagni immediati, s'improvvisa gigolò. Prima Sharon Stone, poi la magnifica Sofía Vergara, scopriranno il talento del ballo e del massaggio e del threesome in un uomo che tanto bellino non appare ma tra i lunghi silenzi e le penetranti occhiate sa far venire i brividi; paradossale: Allen pagherebbe per andare a letto con quelle donne e quelle donne pagano Turturro. L'obiettivo è un ménage-à-trois che si potrà consumare solo quando l'intimità sarà massima fra i tre partecipanti. La Stone è la tipica moglie ricca annoiata che cerca il brivido dei giorni, la Vergara ha un seno che straborda e lo sa. S'inserisce, di striscio, in tutto questo, la francesina Vanessa Paradis, membro del ghetto ebraico newyorkese, vedova recente con parrucca costretta in capo: così diversa dalle donne che Fioravante soddisfa, così evanescente, eterea, silenzi e sguardi e carezze proibite faranno perdere la testa a lei e a lui, che dovrà abbandonare la strada presa.
È, questo, un film sulla gente insofferente, sulle persone insoddisfatte: nessuno è contento di quello che ha, di quello che è, ognuno vorrebbe di più, o vorrebbe qualcosa da qualche altra parte, e l'epilogo ci insegna che quasi mai lo ottiene. Ma la trovata forse più interessante di questa commedietta romantica dalla bella fotografia è forse il finale: aperto, improvviso. Questi due personaggi ci sono dati in uno spaccato della loro vita che inizia e si conclude e forse viene approssimata la chiave del proseguimento. Fatto che sta che il Fioravante-centrismo e il macchiettismo di Allen e la bottega degli orrori finali tolgono molto a quello che poteva essere un bel film corale fatto di nessun cliché e qualche azzardo.

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