lunedì 30 marzo 2015

soldi e bambini sporchi.



Trash
id., 2014, UK/ Brasile, 114 minuti
Regia: Stephen Daldry
Sceneggiatura non originale: Richard Curtis
Con la collaborazione di Felipe Braga
Basata sul romanzo Trash di Andy Mulligan (Rizzoli)
Cast: Rickson Tevez, André Ramiro, Gabriel Weinstein,
Eduardo Luis, Selton Mello, Wagner Moura, Rooney Mara,
Martin Sheen, Jesuíta Barbosa, Maria Eduarda
Voto: 6/ 10
_______________

C'era una mattina un uomo, che si svegliò e diventò regista di capolavori, nell'ordine: Billy Elliot (che valse la nomination all'Oscar a lui e alla sua attrice non protagonista), The Hours (Oscar all'attrice protagonista), The Reader (Oscar all'attrice protagonista), Molto Forte, Incredibilmente Vicino che la critica americana guardò col naso arricciato e adesso Trash, che la critica americana non ha proprio visto – perché Stephen Daldry è regista inglese e ha sempre mantenuto forte il suo approccio british alle storie – per cui sorprende che si sia spostato nelle favelas latine per ambientare (in tutti i sensi) la sua ultima fatica, faticosa e ambientata anche a livello di cast, a livello linguistico – è servito Felipe Braga ad adattare i dialoghi di Richard Curtis, quello-di-Quattro Matrimoni E Un Funerale – e sorprende che il film sia stato candidato ai BAFTA, che sono british, come film straniero: perché da noi il portoghese è doppiato in italiano e l'inglese resta tale pasticciando l'accento della proto-volontaria insegnante dipartita Rooney Mara, il cui nome capeggia sulla cover insieme a quello di Martin Sheen ma effettivamente personaggi (lei come lui) marginali, di supporto a una trama con altri tre baby-attori. I quali, ex sconosciuti, realmente originari delle favelas, seriamente immischiati nello sporco lavoro della discarica e della spazzatura, parlano portoghese tutto il tempo, che nella versione originale non crea disagi con le battute in inglese – tutto questo per dire che il film: non va visto doppiato. Esce mercoledì 25 marzo in DVD (€ 14,90) e Blu-ray (€ 18,90) e porta sullo schermo la storia di soldi e bambini sporchi del romanzo per ragazzi omonimo di Andy Mulligan: altro problema; i romanzi per ragazzi, così alla Dickens, così poveracci come Oliver Twist o, mi si lasci il termine, maratoneti come Hucklebarry Finn, bambini-adulti cresciuti in miseria e baracca, con un linguaggio grezzo e l'educazione rozza, ma soprattutto i romanzi d'avventura portati all'eccesso, che portano i ragazzini alla scoperta di tesori, di denari rubati, di tombe profanate, addirittura, come in questo caso, di corruzione dentro le forze dell'ordine brasiliane (ma già ce ne aveva parlato il campione d'incassi Tropa De Elite – Il Nemico È All'interno), funzionano forse su carta, in quanto libri d'avventura per ragazzi, e lasciano alienati gli spettatori di un “film d'autore”, come si dice. Filmicamente eccelso: che mescola sapientemente passato e futuro col presente, che usa escamotage di luogo o di tecnica narrativa per farci vedere eventi successi o che decifreremo dopo, eccelso anche nell'utilizzo dei suoi attorini e nell'inseguirli con la telecamera attraverso fognature e discariche, di corsa lontano dai poliziotti. Sono Raphael, Gardo, Rato: uno di questi trova un portafogli tra la spazzatura in cui passano tutto il giorno, a smistare: nel portafogli ci sono dei soldi, un santino di Francesco (il frate, non il papa), una foto, dei numeri sul retro, una chiave: strumenti da videogioco per districarsi nel livello e accedere al successivo. La polizia compare e offre una ricompensa in cambio di quell'enigmatico bottino, ma i bambini non scendono a compromessi. Facendosi aiutare dai preti e dagli idealisti e dai carcerati o facendo per conto loro, ricostruiscono il puzzle di eventi e personaggi e morti per finta che porta a una quantità smaniosa di denaro. La locandina anticipa cosa ne faranno. La reale condizione dei poveracci, in Brasile, si scontra con le classi superiori e il cinema ha cercato di raccontare questo divario apertissimo; in questo caso non solo non ci riesce: neanche ci prova. Manca qualsiasi spinta etica, sentimentale, nel condannare la corruzione o nel dipingere la forza di chi arranca o chi aiuta: i missionari sono marionette patetiche che compaiono e scompaiono, i ragazzini sono illuminati da un'arguzia divina. La tensione c'è, nonostante la sceneggiatura sia scritta da un esperto di commedie romantiche, ma pare non esploda mai; pare un film abbozzo: a cui manca una riscrittura.

Nessun commento:

Posta un commento