martedì 14 maggio 2013

strizza l'occhio al gatto nero.




Kiki - Consegne A Domicilio
Majo No Takkyûbin, 1989, Giappone, 103 minuti
Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura non originale: Hayao Miyazaki
Basata sul romanzo di Eiko Kadono
Voci americane: Kirsten Dunst, Phil Hartman, Matthew Lawrence
Voci italiane: Domitilla D'amico, Ilaria Stagni, Davide Perino
Voto: 7.8/ 10
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Funziona così: compiuti i tredici anni di età, le streghette di tutte le famiglie alla Sabrina (quella bionda, non la mora) devono salire in groppa alla propria scopa (o a quella della madre, se la propria è troppo piccola) e in un giorno di luna piena e cielo sereno, anzi in una notte, viaggiare verso una città nuova e sconosciuta e insediarvisi, sperando che non ci sia una seconda, più antica strega, perché ogni città, tipo i carri armati nel Risiko, ne può vantare solo una. Qui, nella nuova città di residenza e non domicilio, la streghina manco adolescente dovrà mettere in pratica il proprio dono-super-speciale e campare, o arrancare almeno, per poi ritornare vincente a casa propria dopo, non ricordo più, circa un anno.
E così la nostra Kiki, ormai tredicenne, nel sentire che il cielo resterà tre giorni sereno decide in fretta e furia di lasciare la casina, la mamma, la nonna, il papà – ma non la sua radio – e compiere il primo passo della formazione. Con qualche difficoltà nella partenza, si alza e va, e per colpa di un treno-merci carico di mucche si ritrova su una collina senza papaveri ma con torre dell'orologio che tanto a Kiki piace. Gli alberghi non accettano né lei né la sua scopa, i passanti, a prima vista, nemmeno, e Kiki poi un dono super-specialissimo non ce l'ha: l'unica cosa che sa fare è stare in cielo. Non vuoi che, un po' per caso un po' per desiderio (cit.) un lavoro la Kiki a bordo della scopa lo può fare? Ed eccoci alle “consegne a domicilio” del titolo, durante le quali la nostra si troverà a fronteggiare gli uccelli non di Hitchcock, le vecchine gentili con badanti, le nipoti di queste, antipatiche e benvestite, tutto col fiocco rosso in testa e palandrana nera addosso, e un gatto parlante che ha la voce di Bart Simpson e Gabrielle Solis.
Scoperto dagli italiani con La Città Incantata, secondo film a vincere l'Oscar nella neonata categoria del Film d'Animazione dopo Shrek, benché contemporaneo a questo, il «maestro dell'animazione giapponese» Hayao Miyazaki ha conosciuto elogi e glorie con quello e con i film successivi e solo dopo la seconda nomination all'Oscar (per il capolavoro Castello Errante Di Howl) e un Leone alla Carriera a Venezia prima di infilare in concorso Ponyo Sulla Scogliera si è dato avvio alla riscoperta dei suoi primi e più celebri (all'estero) film, seguito di una carriera televisiva doratissima con Lupin e Sherlock Holmes. Il Castello Nel Cielo l'anno scorso, Porco Rosso quello precedente, e prima ancora Il Mio Vicino Totoro hanno riportato in sala le perle dello Studio Ghibli degli anni '80 e '90 affiancandoli alla produzione contemporanea (Arrietty) di cui fa parte anche il figlio Goro Miyazaki, esordiente con I Racconti Di Terramare, che non ha saputo gestire l'eredità paterna ma sta migliorando col tempo: aspettiamo l'ultimo lavoro di questo, Hôjôkishiki, e di Hayao, il biografico Kaze Tachinu, che dovrebbe uscire a fine anno, per un cinema che raccoglie una schiera infinita di fans e nonostante la diversissima struttura narrativa e culturale e il gusto per il realismo molto più accentuato riesce a dare filo da torcere a certe produzioni Disney.
(Continuare a leggere per una galleria d'immagini).





 


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