martedì 23 ottobre 2012

Meryl Springs.



Il Matrimonio Che Vorrei
Hope Springs, 2012, USA, 100 minuti
Regia: David Frankel
Sceneggiatura originale: Vanessa Taylor
Cast: Meryl Streep, Tommy Lee Jones, Steve Carrell
Voto: 6/ 10
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Hope Springs è il nome della località («troppo cara») del Maine dove si recano Arnold e Kay, coppia sposata da trentun anni appena festeggiati con cena di famiglia, rinnovo della tv via cavo (soprattutto per vedere il golf) e due candelabri in vetro («proprio quello che ci serviva»). Si recano nel Maine, ad Hope Springs, cittadina che non viene mai nominata nella versione italiana della pellicola dato che il titolo originale è stato tramutato nel più aulico Il Matrimonio Che Vorrei, perché il loro trentennale matrimonio è arrivato al punto in cui si dorme in camere separate e l'unico contatto fisico è il bacio (sulla guancia) del mattino, prima che lui vada a lavoro e mentre lei lava la padella in cui ha appena fritto un uovo.
Vanno nel Maine, allora, precisamente ad Hope Springs, perché lì c'è lo studio in cui il dottor Feld riceve le coppie in crisi e le aiuta o a uscire dalla crisi tornando ad amarsi oppure a separarsi definitivamente. Trova che Kay e Arnold siano una coppia giustamente sposata, a differenza di molti altri suoi pazienti, e allora interviene verbalmente tra le loro lenzuola per invitarli a: toccarsi, masturbarsi, fare sesso in camera, fare sesso in luoghi pubblici, dare sfogo alle fantasie, parlare di ciò che hanno appena fatto.
Se ne deduce quindi che questo film sia pieno, pienissimo, strabordante di erotismo. Che infatti c'è. Ed è tutto orale - non nel senso hardcore del termine. Si parla di rapporti orali, orgasmi vaginali, orge con la vicina, posizioni (s)convenienti, si analizza la fine di un desiderio e l'abitudine che ne consegue, ci viene celato il passato di quest'uomo che in realtà ha ancora voglia e questa donna che ha voglia più di lui, e non si vede mai né una tetta né una coscia. Grazie a Dio.
Tutto questo perché anche in terza età si ha un corpo, e si ha una vita sessuale, ed è giusto che un film così leggero e raffinato ce lo ricordi. Ed è giusto, grazie a Dio, che le persone in sala sorridano senza disgustarsi.
“La nuova commedia del regista de Il Diavolo Veste Prada” cerca di far rialzare il suddetto (David Frankel) dallo scivolone doppio preso con Io & Marley del 2008 (sulla locandina del quale pure compariva il riferimento al film precedente) e con Un Anno Da Leoni, titolo originale: The Big Year, dell'anno scorso. Forse ci riesce, a livello di cassetta: Hope Springs ha incassato infatti in America quindicimila dollari e mezzo al primo fine-settimana di proiezione; sarà che l'accoppiata, in locandina, “bla bla Il Diavolo Veste Prada e Meryl Streep” ha funzionato. Quando c'è Meryl Streep sulla locandina, infatti, si sa: il film sarà sicuramente buono, se non altro perché la sua recitazione è un dono del buon Dio e basta a riempire un'ora e mezzo di nastro (si legga: Julie & Julia); perché poi, ancora, se c'è Meryl Streep allora sarà un film composto, educato, non volgare, simpatico in modo intelligente, ironico, triste quanto basta per essere apprezzato dalle amiche del mercoledì allo spettacolo del pomeriggio, e perché queste si facciano accompagnare dai mariti ci mettiamo il fuggitivo Tommy Lee Jones, che mai nessuno si aspetterebbe di vedere in una commedia ma, se mai se lo aspettasse, se lo immaginerebbe così.
La coppia funziona tanto grazie a lei quanto grazie a lui, ma si sa: Meryl Streep è il nome di un record, non di un'attrice, è il nome di diciassette nominations all'Oscar e tre statuette vinte, ventisei nominations ai Golden Globe tra televisione e cinema e otto globi vinti, e possiamo dire quasi certamente che arriveranno a breve la diciottesima da una parte e la ventisettesima dall'altra. Dio non voglia.
Insieme a loro, insipido e inutile, c'è lo Steve Carrell che è così bravo in The Office, è stato così bravo in Little Miss Sunshine, ma al cinema forse dovrebbe tornarci il meno possibile.
Curiosa curiosità: la sceneggiatrice di questa storia originale, che si chiama Vanessa Taylor, è stata molto brava a raccontare la sessualità senile e i rapporti di coppia al margine della fine; e la sua bravura deriva dal fatto che lei non fa né la sceneggiatrice di commedie né la consulente per anziani: produce (e scrive) Game Of Thrones.

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