giovedì 4 ottobre 2012

Venezia 69: Francesca Comencini.



Un Giorno Speciale
id., 2012, Italia, 89 minuti
Regia: Francesca Comencini
Sceneggiatura non originale: Francesca Comencini & Giulia Calenda
Basata sul romanzo Il Cielo Con Un Dito di Claudio Bigagli (Garzanti)
Cast: Giulia Valentini, Filippo Scicchitano
Voto: 5.9/ 10
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Finiti i tempi in cui si diceva «Comencini» riferendosi alla buonanima di Luigi regista, sono iniziati i tempi in cui si è cominciato a dire «la Comencini», facendo riferimento, quasi unanimemente, alla figlia Cristina che per l'ultima volta ci ha condotti all'Oscar (ricordiamocelo, con La Bestia Nel Cuore, nel 2006), La Comencini che poi ha sfornato sceneggiature teatrali, romanzi per Feltrinelli, film con Ambra e Fabio Volo. Qualche anno fa, molto dopo che La Comencini aveva bucato il grande schermo con Va' Dove Ti Porta Il Cuore e molto prima che i critici bucassero lei con Quando La Notte, esce al cinema, e fa notizia perché parlava male dell'Italia, un piccolo film molto ben girato che si chiamava A Casa Nostra e si fa ricordare soprattutto per Laura Chiatti (all'epoca agli esordi) che cantava “Ancora Ancora Ancora”. Quel film era di una Comencini, ma non Cristina, no, Francesca, la sorella, sorella anche di un'altra Comencini, Paola, che fa la costumista, e ha pure vinto un David. Sulla scia della sorella maggiore, La Comencini ha iniziato a pubblicare libri (ma per Fandango) ed è finita in concorso a Venezia prima con Lo Spazio Bianco e adesso con questo Un Giorno Speciale, che la commissione del Lido dovrebbe essere denunciata alla polizia per questa scelta.
Il titolo banalotto sottointende una banalotta trama, anzi, banalissima: far succedere tutto in un giorno, dalla mattina alla sera. Il giorno, in realtà, non è particolarmente succoso da documentarlo: una coatta di Roma «subito fuori al Raccordo», dove «succedono cose troppo strane per viverci» e le case sono arlecchine, si sveglia alla mattina mentre la madre invita il marito e il figlio piccolo a fare silenzio perché quella dorme ancora ché è tornata tardi ieri. Poi la trova in piedi, e la prepara a festa: pedicure, smalto, sopracciglia, trucco, parrucco, un vestito tanto corto quanto appariscente ché costa tantissimo «come tutte le cose belle», due tacchi quindici, un giubbottino per non sentir freddo. Vanno fuori ad un bar, arriva un'auto, lei ci sale sopra, mica ancora lo capiamo dove deve andare. Indizio: una vecchina le dice «so che lavori in televisione». E poi lei racconterà all'autista chiacchierone che «vorrebbe fare l'attrice». Ha un appuntamento con l'Onorevole, che la dovrebbe raccomandare al suo agente. Ha un agente, e un'agenzia dove si mangiano sempre le aragoste, che lei pulisce benissimo in un ristorante di lusso, Gusto, che pare una bettola. Insomma. Tutto molto banale. Molto Tre Metri Sopra Il Cielo se non fosse che i due attori sono bravissimi (ad alti e bassi, ma sempre bravi) (e la loro bravura è merito di molte scene d'improvvisazione) e che La Comencini ogni tanto si ricorda di cosa le interessa sul serio, allora Gina racconta di quando un vecchio le ha chiesto un massaggio, le sono arrivate proposte per film hard, fino all'incontro con questo fantomatico Onorevole che ha passato un giorno d'inferno, è così stanco...
La giornata speciale, Gina la passa tutta con l'autista, Filippo Schicchitano, la faccia da schiaffi di Scialla! che qui a malapena pare romano. Se per lui è un ritorno alla commedia, per Giulia Valentini, con cui condivide quasi tutte le scene, è l'esordio. Ed è un buon esordio - praticamente non ci sono altri attori. La sufficienza infatti il film la meriterebbe solo per loro. E per il finale aperto. Ma poi si assiste ad un furto di vestito, a un tramonto tra le rovine di Roma, si torna a casa, ci si siede a scrivere la recensione, e si pensa: ma che cagata di film ha fatto, La Comencini?

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