giovedì 25 ottobre 2012
i film stranieri/ 3.
Terza e ultima parte.
Si comincia con la Russia che l'anno scorso non mandò in America il Faust di Sokurov preferendogli il sequel di Burnt By The Sun (fischiato in sala e ignorato da tutto il mondo) solo perché la prima metà aveva vinto la statuetta, e la Russia quest'anno manda lo sconosciuto White Tiger dello sconosciuto Karen Shakhnazarov che in realtà era in concorso a Cannes nel '91 con L'assassinio Dello Zar (protagonista: Alex di Arancia Meccanica). Del film, sappiamo solo che è d'azione.
La Corea sel Sud gioca forte e manda il Leone d'Oro del ben più noto e osannato Kim Ki-duk. Il regista, già inviato nel 2003 con Primavera, Estate, Autunno, Inverno... E Ancora Primavera, non ha mai sfiorato la statuetta, e il suo stato, poveretto, dal 1962 ad oggi non ha mai ricevuto nominations. Sarà la volta buona, o avranno la meglio i suoi rivali Palma d'Oro e Orso d'Oro?
E siccome quest'anno erano usciti pochi film che narravano le gesta di Biancaneve in tutte le salse - musical, action, ribaltata, visionaria, per grandi, per piccini - la Spagna ha sfornato un filmetto dallo spagnolo titolo Blancanieves che, sempre in tema di originalità, è muto e in bianco e nero; storia della fiaba dei Grimm riportata all'Andalusia degli anni '20, è un tributo ai film europei di quel periodo, ma forse non si sono accorti che c'ha già pensato The Artist. Con protagoniste Maribel Verdú (Il Labirinto Del Fauno e il più recente Tetro di Coppola) e Ángela Molina (La Sconosciuta, Baaria, Gli Abbracci Spezzati), è già stato presentato a Toronto e in altri festival riscuotendo abbastanza successo; la Spagna, poveretta anche lei, ha vinto solo quattro Oscar al film straniero in quasi sessant'anni, su un putiferio di candidature (gli ultimi Volver e También La Lluvia furono solo inseriti nella lista di gennaio).
La Svezia, che ne ha vinti solo tre, due dei quali con Bergman (ma Il Settimo Sigillo e Persona non vennero nemmeno candidati) schiera un regista che ormai di svedese ha molto poco anche se si chiama Lasse Hallström. Candidato già da solo a tre statuette (sceneggiatura e regia de La Mia Vita A Quattro Zampe e regia de Le Regole Della Casa Del Sidro) ha ormai consumato gli anni d'oro in cui sfondava al botteghino e al Kodak Theatre (Buon Compleanno Mr. Grape, Chocolat). Gli ultimi Hachiko, Dear John e Il Pescatore Di Sogni sono stati bocciati dalla critica anche se discretamente venduti nei cinema. Questo nuovo Hypnotisören è un crime/thriller recitato in svedese e girato prima del ritorno ai libri di Nicholas Sparks.
La Svizzera, dopo l'italiano Giochi D'estate dell'anno scorso, manda un film recitato in francese di cui abbiamo già parlato e che ha già vinto l'Orso alla regia a Berlino l'anno scorso ma che agli americani non dovrebbe piacere, dato il forte timbro europeo tipico dei Dardenne (che non si candidano mai). Sister, di Ursula Meier, titolo originale “Il Bambino Dall'alto”, è la storia di un fratello e una sorella che per campare ai piedi dei monti innevati di turisti tutto l'anno rubano ai ricchi per rivendere ai passanti e potersi allora comprare il necessario. Ma rimando alla recensione.
Russia: Belyy Tigr (White Tiger) di Karen Shakhnazarov
Serbia: Kad Svane Dan (When Day Breaks) di Gorana Paskaljevica
Singapore: Already Famous di Michelle Chong
Repubblica Slovacca: Az Do Mesta As (Made In Ash) di Iveta Grófová
Slovenia: Izlet (A Trip) di Nejc Gazvoda
Sudafrica: Umfaan (Little One) di Darell Roodt
Corea del Sud: Pietà di Kim Ki-duk
Spagna: Blancanieves di Pablo Berger
Svezia: Hypnotisören (The Hypnotist) di Lasse Hallström
Svizzera: L'enfant D'en Haut (Sister) di Ursula Meier
Taiwan: Touch Of The Light di Chang Rong-ji
Tailandia: Fon Tok Kuen Fah (Headshot) di Pen-Ek Ratanaruang
Turchia: Ates'in Düstügü Yer (Where The Fire Burns) di Ismail Günes
Ucraina: Firecrosser di Mykhailo Illienko
Uruguay: La Demora (The Delay) di Rodrigo Plá
Venezuela: Piedra, Papel O Tijera (Rock, Paper, Scissor) di Hernán Jabes
Vietnam: Mùi Co Cháy (The Scent Of Burnt Grass) di Nguyen H˜uru Muòi
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