sabato 13 ottobre 2012

testo originale a fronte.



On The Road
id., 2012, USA, 124 minuti
Regia: Walter Salles
Sceneggiatura non originale: José Rivera
Basata sul romanzo Sulla Strada di Jack Kerouac (Mondadori)
Cast: Garrett Hedlund, Sam Riley, Kristen Stewart,
Amy Adams, Tom Sturridge, Danny Morgan, Kirsten Dunst,
Viggo Mortensen, Elisabeth Moss
Voto: 7.5/ 10
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Premessa/ 1: questa recensione si baserà solo e solamente sul film, considerando il film come opera a sé stante, senza compararla al libro né sottolineare somiglianze e differenze o errori di sceneggiatura.
Premessa/ 2: altra cosa che non ci domanderemo, in questa recensione, è il perché, la necessità di fare un film basandosi sul romanzo di Jack Kerouac adesso, a distanza di così tanti anni, ora che il sesso omosessuale non fa (sicuro?) più scalpore, come il sesso promiscuo o il sesso adolescenziale, come il consumo di droghe in gruppo o la prostituzione o il lavoro per campare, tutte cose che all'epoca avevano fatto saltare gli occhi, anche se i sentimenti di perdizione di allora - e intendo le domande «chi sono?», «cosa voglio?», «cosa voglio fare?» - l'essere spaesati tipico dell'età giovane, sono capisaldi di ogni generazione e di ogni gruppo in crescita.
E passiamo allora alla recensione: squadra vincente non si cambia, il regista Walter Salles, celebrato come se fosse una star, regista de I Diari Della Motocicletta tanto piaciuto a tutto il mondo ma soprattutto regista di Central Do Brasil che nel 1998 portò agli Oscar Fernanda Montenegro, sbatte il suo nome in locandina perché raramente si concede al mercato USA (l'ultimo film americano era Dark Water del 2005) e lo affianca, per far fremere tutti, a quello di José Rivera, che agli Oscar pure s'era candidato, per la sceneggiatura de I Diari Della Motocicletta, e che poi s'è piegato al pubblico scrivendo Letters To Juliet. Ne deriva un film che, guarda un po', come la vita degli autori cerca di avvicinarsi e avvicinarsi all'America ma l'esplosione di beltà è in Messico, quando i protagonisti, infine, decidono di toccare anche quella terra e allora ci sono i paesaggi, ci sono i colori, c'è il sole, la pioggia cessa, ci sono le persone socievoli, mancano i poliziotti stronzi sempre pronti a multare per eccessi vari.
I protagonisti, sono i semi-sconosciuti Sam Riley che è anche voce fuori campo (debolezza della storia) e Garret Hedlund. In realtà il primo è stato Ian Curtis in Control e il secondo Sam Flynn in Tron: Legacy e nel corto Tron: The Next Day. In realtà, Riley nella parte di Sal Paradise è il più protagonista di tutti, scrittore col blocco del foglio bianco ma poi non così tanto, che ha un amico, Carlo Marx, così simile ad Allen Ginsberg, che gli presenta tale Dean Moriarty, bello, bellissimo, biondo, sempre nudo, dongiovanni, matto, spericolato, colui che ottiene sempre quel che vuole e non fa niente se si sposa e procrea e finisce i soldi: lui si diverte. E così nasce il feeling, dicono gli americani, tra questo Dean e il nostro Sal e allora ecco che girano per locali, ascoltano il jazz, ascoltano il blues, ascoltano il mambo, ballano come se non ci fosse né un domani né un oggi e poi Dean insieme a Carlo parte, e Sal è triste come se perdesse un fratello, e allora piglia e parte pure lui, li raggiunge. Ne consegue un girovagare per l'America tutta in una sola macchina con passeggeri cangianti tra Kristen Stewart sedicenne maritata spesso zitta e spessissimo nuda - tanto che parli o si svesta c'ha sempre la stessa faccia; Kirsten Dunst altra moglie dell'Apollo, poveretta, su tre scene che ha, piange in due; Amy Adams pazza da legare con scopa per cacciare le lucertole dagli alberi e marito, Viggo Mortensen, dall'intentiva poco ortodossa, mentre ospitano in casa Elisabeth Moss sempre caruccia reduce fresca da Mad Men; Steve Buscemi (reduce da Boardwalk Empire) voglioso accompagnatore di giovanotti; Terrence Howard suonatore e amante incallito.
Un'accozzaglia insomma di storielle e personaggi più o meno noti per delineare un lustro di amicizia e scorribande che però non attecchisce, non emoziona: le cose da dire sarebbero troppe e le scene a disposizione troppo poche. Tutti gli attori secondari hanno cinque minuti in tutto e poi via, in macchina, per proseguire il viaggio. Esagerata la fratellanza tra i due ex estranei Sal e Dean, che però si giustifica vedendo l'andazzo del tempo. Tom Sturridge (e cioè Carlo Marx) è sicuramente il personaggio più “beat” oltre ad essere sempre bravo, come avevamo notato in Symbiosis.
Conclusione: se non avete letto il libro perché non interessati, né avete apprezzato I Diari Della Motocicletta (come anche Priscilla o Thelma & Louise o Into The Wild), né avete cercato Howl il film o il poema di Allen Ginsberg, beh, restate in casa a guardare Boing.

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