martedì 18 novembre 2014

footloose.



Guardiani Della Galassia
Guardians Of The Galaxy, 2014, USA, 121 minuti
Regia: James Gunn
Sceneggiatura non originale: James Gunn & Nicole Perlman
Basata sul fumetto di Dan Abnett & Andy Lanning
Cast: Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Vin Diesel,
Bradley Cooper, Lee Pace, Michael Rooker, Karen Gillan,
Djimon Hounsou, John C. Reilly, Glenn Close, Benicio Del Toro
Voto: 7/ 10
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1988. Il mangianastri portatile con cuffie in spugna manda l'Awesome Mix Vol. 1 che astutamente Spotify ha adesso creato come playlist (vedi sotto) e Peter Quill è in ospedale ad aspettare che la madre spiri, divorata dal cancro, esanime, circondata dalle Marie piangenti. In punto di morte lo paragona al padre che non sappiamo dove sia, come ogni americano farebbe in punto di morte, e rifiutandosi di tenerle la mano Peter perde l'ultima occasione di sentirla calda: la lezione gli servirà per salvare il mondo. Viene cacciato dalla stanza, corre dall'ospedale e una navicella improvvisa lo risucchia strappandolo alla terra. 2014. Siamo su un altro pianeta, uno dei molti pianeti abitati dai molti nuovi ceppi umanoidi (attenzione: non terrestri) che popolano la galassia. Peter è una specie di ladruncolo su commissione, un gangstar interstellare, si fa chiamare Spacelord e con la stessa solita musicassetta nelle cuffie riesce a recuperare una misteriosa sfera argentea dal ricordo di Fantaghirò: viene circondato, attaccato, ma lui e la sua maschera evanescente hanno la meglio e riescono a fuggire a bordo di un'astronave che nessuno pulisce dal giorno dell'acquisto. Siamo in una costola del Fantaghirò di cui prima: alberi antropomorfi, animali parlanti, persone verdi, persone fucsia, persone blu. Interni luridi, scenografie e costumi apparentemente posticci, fatiscenti, eppure così meticolosamente lavorati (anche in post-produzione); certo sono effetti speciali impeccabili, un montaggio sonoro da inchino, ma in questo mare di modernismo il regista James Gunn ci mette del suo: è pur sempre l'autore di Super!, cine-comic su due supereroi senza poteri ma con qualche turba mentale, che indossata una tutina credono di poter fracassare il cranio ai passanti ritenuti malvagi senza rischiare la gattabuia. L'aspetto grottesco, lo humor, il kitch e il gusto dell'assurdo incontrano una super-produzione Marvel, e questo è l'unico risultato che si poteva ottenere. Hanno scritto: il miglior film Marvel di tutti i tempi; sarà vero?, io non lo so perché è l'unico film Marvel che ho visto e non ho il metro di paragone dal fumetto, fatto sta che si riconosce una volontà di non guardare solo in avanti ma anche indietro: l'incipit degli anni '80 e la colonna sonora tutta di vecchie glorie, l'uso di persone colorate piuttosto che mostri o creature totalmente digitali... Soprattutto, la base mai seria e perennemente comedy su cui la sceneggiatura si basa: dalla scena in balconcino tipica del ballo di fine anno di ogni high school, con lui e lei che sicuramente si baceranno, che scade nel racconto di Footlose, fino a un doppio-campo in cui dietro succede l'opposto di quello che viene spiegato in avanti. Come Gunn è al posto giusto e a proprio agio dietro la macchina da presa, così lo è il suo protagonista Chris Pratt, americanotto scemotto simpaticone che la scampa sempre, belloccio e con la tradizionale shirtless scene; gli farà da spalla mogia Zoe Saldana, la cui filmografia è zeppa di blockbuster fantascientifici, che sveste i panni blu di Avatar per farsi verde e figliastra del cattivo dei cattivi Lee Pace, irriconoscibile ma sempre splendido, tristemente nostalgico di The Fall. L'ex WWE Dave Bautista completa il bizzarro quadretto insieme ai due non-live-action personaggi della gang, l'alberoide Groot e il procione Rocket, rispettivamente doppiati in originale da Vin Diesel e l'onnipresente Bradley Cooper. La gang del bosco funziona: si dice, perché tutti privi di qualsiasi potere e qualsiasi missione morale, sete di vendetta, passato burrascoso da rivangare. Cercano di scappare dal carcere e poi semplicemente di accaparrarsi un bottino grazie a una reliquia voluta da tutti; funzionano anche perché si completano nei dialoghi, dal bisillabico all'aulico, dal silenzioso al parlantino. La psicologia scavata di questi personaggi non va però così a fondo: e nella fretta dell'incipit del film, che racconta tutto così velocemente da confondere, ci si rende conto di quanta carne al fuoco è stata messa e di quanto questa sia, in fondo, non così diversa dalle altre grigliate.
(Dopo l'interruzione lo streaming della colonna sonora).



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