domenica 8 dicembre 2013
non le colline.
The Canyons
id., 2013, USA, 99 minuti
Regia: Paul Schrader
Sceneggiatura originale: Bret Easton Ellis
Cast: Lindsay Lohan, James Deen, Nolan Gerard Funk,
Amanda Brooks, Tenille Houston, Gus Van Sant
Voto: 5.3/ 10
_______________
La scritta in locandina “dal regista di American Gigolò” dovrebbe far riflettere sul fatto che il film più di successo di questo regista risalga al 1980, nonostante la prolifica produzione fino ai giorni nostri (è in realtà stato sceneggiatore di Scorsese, di Taxi Driver e Toro Scatenato, ma se glielo chiedete vi dirà che i suoi preferiti sono l'originale Mishima e Cortesie Per Gli Ospiti, girato a Venezia nel '90), per cui Paul Schrader ormai dimenticato dai più aveva bisogno del colpaccio di ritorno, e se lo programma chiamando a sé l'amico scrittore super-cult Bret Easton Ellis, al quale chiede: mischia in un'unica storia i personaggi di tutti i tuoi libri. Ma decidono poi di lavorare in economia: non più di cinque teste e molti dialoghi in luoghi fissi, perché i dialoghi costa meno. Tutto il film si basa sul “costa meno”. Gli attori non sono stati scelti in base alla vicinanza col personaggio ma alla disponibilità ad accettare 100 dollari al giorno con trasporti e trucco a proprio carico. Solo, ovviamente, alla protagonista è andata diversamente – perché è una superstar, e questo doveva essere il film anche della sua rinascita. A Lindsay Lohan regista e sceneggiatore hanno dato i normali cento dollari al giorno più 250.000 differiti e il 25% del film. Solo lei il suo co-protagonista James Deen non sono stati provinati attraverso crowdfunding (ricordiamo che lui, attore porno di fama americana, è il viso d'angioletto odiato dalle mamme che temevano potesse portare le loro figlie sulla strada della lussuria), mentre Nolan Gerard Funk, stellina di Glee che qui mostra tutta la sua dote, è stato scritturato, insieme agli altri, attraverso annunci internet e social network. La scelta di fare tutto (cercare fondi, il casting, la distribuzione) attraverso internet deriva dal fatto – secondo il regista – che il cinema non esista più, e per questo il film si apre con immagini di locali chiusi.
La trama è semplice: è la trama di un porno con una trama ma senza scene porno. Deen è un produttore di film di serie B che vive in una lussuosissima villa con la morosa Lohan, alla quale fa incontrare di tanto in tanto una ragazza o una coppia per divertirsi tra la piscina e il letto. Se è un uomo, non gli permette di toccarla. È gelosissimo, ed è sicuro che lei lo tradisca. In effetti lo fa, col Funk di cui prima, suo ex fidanzato e adesso primo attore per questa imminente pellicola che grazie al manager Gus Van Sant sta per girare. Tutti, qui dentro, sono ossessionati dal proprio cellulare. Alle cene non guardano neanche i commensali, vivono facendo video col proprio iPhone, cercando gente sui siti d'incontri, mandandosi messaggi. E in questo turbine di smartphone nascosti, sms letti, scagnozzi ingaggiati per pedinamenti, il film si consuma senza creare una vera tensione (sebbene coviamo un dubbio omicida) o meglio creando una tensione semplice, la tensione del film softcore con la trama appunto, e quel poco che si crea, a dispetto di quanto è stato detto, non si crea per Lindsay Lohan (Paolo Limiti scrisse che era il film della sua conferma artistica, dato che se lo sobbarca per intero e dimostra di saper recitare – ma attenzione, scrive sempre Limiti, che è un film «molto trasgressivo»), nome perfetto da associare a un film di questo tipo, ragazza cattiva protagonista di un film sulle brutte persone; sono le labbra spocchiose e la camminata volpina di James Deen che ci convincono più di tutto: lui è il cattivo perfetto, per quanto possa essere cattivo un fidanzato ricco e geloso a cui sia nella vita che sullo schermo piace solo fare sesso. E forse per questo è il più azzeccato: recita con sincerità.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento