Into The Woods
id., 2014, USA, 125 minuti
Regia: Rob Marshall
Sceneggiatura non originale: James Lapine
Basata sul musical di James Lapine & Stephen Sondheim
Cast: Anna Kendrick, Daniel Huttlestone, James Corden,
Emily Blunt, Christine Baranski, Tammy Blanchard, Lucy Punch,
Tracy Ullman, Lilla Crawford, Meryl Streep, Johnny Depp,
Mackenzie Mauzy, Annette Crosbie, Billy Magnussen, Chris Pine
Voto: 7.1/ 10
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Un fornaio e sua moglie scoprono di essere vittime di una maledizione inflitta sulla loro casa e sulla loro dinastia perché il padre di lui, vicino di giardino di una strega dalle piante sempre in fiore, le rubò anni fa fagioli magici – per cui lei si vendicò ponendo fine alla fertilità dei maschi di quel ceppo. La strega adesso si ripresenta e chiede alla coppia (che si spiega come non sforni pargoli nonostante i numerosi tentativi) di recuperare una scarpetta d'oro, dei capelli biondi, una mantella rosso sangue e una vacca bianca. Gli ingredienti sono tutti nel bosco del titolo: nel bosco sono anche i personaggi delle fiabe dei Grimm che li posseggono: la bimba senza nome col cappuccio, Jack che venderà la mucca in cambio di quei fagioli, Cenerentola amica degli uccellini dai vestiti sporchi e Raperonzolo costretta alla cima di una torre in cui la strega di cui prima l'ha rinchiusa; vergognandosi del suo aspetto, convinta che la giovane si vergogni di lei, dà ai popolani tre notti per recuperare gli oggetti che spezzeranno l'incantesimo e la riporteranno alla piacenza estetica ormai persa. Nel bosco, poi, si incontreranno i desideri reconditi di tutti: andare al festival del principe Chris Pine che cerca moglie, ricevere latte dalla mucca, salutare la nonna ma prima ancora spazzolarsi i pani e le paste dal cestino imbottito, toccare dal vivo uno dei reali, magari baciarlo anche. È di desideri che parla questo film e che parlano le fiabe da cui prende ispirazione; presentato a Broadway alla fine degli anni '80, il musical si basava proprio sul riportare lo spessore dei personaggi delle storie dei Grimm che, «come quelli di Shakespeare, anche se vengono spostati di contesto hanno la stessa potenza». E Rob Marshall, esordio coi botto di Chicago, quel denaro incassato speso tutto per Memorie Di Una Geisha, lo scivolone di Nine e il passaggio al blockbuster Pirati Dei Caraibi – non poteva scegliere momento migliore per riportare le favole in sala, quando un'altra Cenerentola, un altro Pinocchio, un altro Peter Pan stanno uscendo e la televisione pullula di operazioni di mash-up come questa. Dalla sua ha un libretto (riportato sullo schermo dall'autore originale James Lapine) che si avvicina più alla tipologia di Les Misérables che non a Chicago, con brani interi cantati invece che recitati, voci che si sommano, scenari sovrapposti; ha dalla sua anche Johnny Depp, che gli concede un cameo, dopo l'esperienza precedente insieme, e Meryl Streep, che da Mamma Mia! stava cercando un altro musical da interpretare – amante del genere – e che Marshall venera e adora («il bello del mio mestiere è che posso realizzare certi sogni, tipo quello di recitare con Meryl»). Ne esce vincitrice, non solo per l'ennesima nomination all'Oscar ma anche per il bel lavoro fatto sulla postura post-trucco; e ne esce vincitrice, a sorpresa, anche Emily Blunt, l'unica forse che non ha già esperienze canterine in sala: la sua donna del popolo è decisa, fisica, pragmatica, carnale, ma anche viziosa, adultera. Anna Kendrick invece è una Cenerentola mora che passa da un Pitch Perfect all'altro e si confida con la mamma salice che rimanda a un'altra storia – ma le fiabe sono tutte rigorosamente fedeli all'originale, finanche al taglio di dita e talloni per far calzare la scarpetta alle sorellastre. Non a caso il vissero tutti felici e contenti arriva a metà, come succede per esempio ne La Bella Addormentata, prima che facciano incursione i giganti. La telecamera si muove, tra orchesse e distese d'alberi, con la maestria di chi conosce bene il genere; peccato che non spinga più in là vizi e virtù dei suoi attori come è stato, invece, per Renée Zellweger e Catherine Zeta-Jones.
id., 2014, USA, 125 minuti
Regia: Rob Marshall
Sceneggiatura non originale: James Lapine
Basata sul musical di James Lapine & Stephen Sondheim
Cast: Anna Kendrick, Daniel Huttlestone, James Corden,
Emily Blunt, Christine Baranski, Tammy Blanchard, Lucy Punch,
Tracy Ullman, Lilla Crawford, Meryl Streep, Johnny Depp,
Mackenzie Mauzy, Annette Crosbie, Billy Magnussen, Chris Pine
Voto: 7.1/ 10
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Un fornaio e sua moglie scoprono di essere vittime di una maledizione inflitta sulla loro casa e sulla loro dinastia perché il padre di lui, vicino di giardino di una strega dalle piante sempre in fiore, le rubò anni fa fagioli magici – per cui lei si vendicò ponendo fine alla fertilità dei maschi di quel ceppo. La strega adesso si ripresenta e chiede alla coppia (che si spiega come non sforni pargoli nonostante i numerosi tentativi) di recuperare una scarpetta d'oro, dei capelli biondi, una mantella rosso sangue e una vacca bianca. Gli ingredienti sono tutti nel bosco del titolo: nel bosco sono anche i personaggi delle fiabe dei Grimm che li posseggono: la bimba senza nome col cappuccio, Jack che venderà la mucca in cambio di quei fagioli, Cenerentola amica degli uccellini dai vestiti sporchi e Raperonzolo costretta alla cima di una torre in cui la strega di cui prima l'ha rinchiusa; vergognandosi del suo aspetto, convinta che la giovane si vergogni di lei, dà ai popolani tre notti per recuperare gli oggetti che spezzeranno l'incantesimo e la riporteranno alla piacenza estetica ormai persa. Nel bosco, poi, si incontreranno i desideri reconditi di tutti: andare al festival del principe Chris Pine che cerca moglie, ricevere latte dalla mucca, salutare la nonna ma prima ancora spazzolarsi i pani e le paste dal cestino imbottito, toccare dal vivo uno dei reali, magari baciarlo anche. È di desideri che parla questo film e che parlano le fiabe da cui prende ispirazione; presentato a Broadway alla fine degli anni '80, il musical si basava proprio sul riportare lo spessore dei personaggi delle storie dei Grimm che, «come quelli di Shakespeare, anche se vengono spostati di contesto hanno la stessa potenza». E Rob Marshall, esordio coi botto di Chicago, quel denaro incassato speso tutto per Memorie Di Una Geisha, lo scivolone di Nine e il passaggio al blockbuster Pirati Dei Caraibi – non poteva scegliere momento migliore per riportare le favole in sala, quando un'altra Cenerentola, un altro Pinocchio, un altro Peter Pan stanno uscendo e la televisione pullula di operazioni di mash-up come questa. Dalla sua ha un libretto (riportato sullo schermo dall'autore originale James Lapine) che si avvicina più alla tipologia di Les Misérables che non a Chicago, con brani interi cantati invece che recitati, voci che si sommano, scenari sovrapposti; ha dalla sua anche Johnny Depp, che gli concede un cameo, dopo l'esperienza precedente insieme, e Meryl Streep, che da Mamma Mia! stava cercando un altro musical da interpretare – amante del genere – e che Marshall venera e adora («il bello del mio mestiere è che posso realizzare certi sogni, tipo quello di recitare con Meryl»). Ne esce vincitrice, non solo per l'ennesima nomination all'Oscar ma anche per il bel lavoro fatto sulla postura post-trucco; e ne esce vincitrice, a sorpresa, anche Emily Blunt, l'unica forse che non ha già esperienze canterine in sala: la sua donna del popolo è decisa, fisica, pragmatica, carnale, ma anche viziosa, adultera. Anna Kendrick invece è una Cenerentola mora che passa da un Pitch Perfect all'altro e si confida con la mamma salice che rimanda a un'altra storia – ma le fiabe sono tutte rigorosamente fedeli all'originale, finanche al taglio di dita e talloni per far calzare la scarpetta alle sorellastre. Non a caso il vissero tutti felici e contenti arriva a metà, come succede per esempio ne La Bella Addormentata, prima che facciano incursione i giganti. La telecamera si muove, tra orchesse e distese d'alberi, con la maestria di chi conosce bene il genere; peccato che non spinga più in là vizi e virtù dei suoi attori come è stato, invece, per Renée Zellweger e Catherine Zeta-Jones.
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