domenica 17 giugno 2012

Cannes65: Woody Allen, A Documentary.





Woody Allen: A Documentary
id., 2012, USA, 113 minuti
Regia: Robert B. Weide
Sceneggiatura: Robert B. Weide
Cast: Woody Allen, Letty Aronson, Marshall Brickman, Dick Cavet,
Larry David, Josh Brolin, Penélope Cruz, John Cusack, Naomi Watts,
Scarlett Johansson, Diane Keaton, Julie Kavner, Sean Penn
Voto: 6.2/ 10
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Il film parte e l'atmosfera è quella: la musica francesizzante, il carattere delle scritte solito (quello con cui, qui a lato, è scritto “Woody Allen”), le immagini di Manhattan. Siamo dentro a un film del più celebre comico d'America e forse del mondo, del più prolifero, del più longevo.
Il film parte e lui comincia a parlare, ci racconta degli esordi, della scuola (che andava male) e delle battute che spediva a qualche giornale, dei primi spettacoli a teatro e del loro insuccesso, poi del loro successo, della sceneggiatura per il primo film - che fu una catastrofe, del controllo totale che aveva sul secondo, anche da regista. Prosegue, lui insieme ai suoi storici compagni d'avventura, Larry David e Dick Cavett e poi sua sorella Letty Aronson, passando in rassegna tutti i primi film, le risate generali, le copertine a lui dedicate, le candidature agli Oscar, i premi vinti, il passaggio al dramma con Interiors e la maturità sentimentale di Manhattan e Annie Hall, e poi gli insuccessi, gli altri successi, la necessità di sfornare un film all'anno. Ecco, questo è forse il pregio più grande di questo documentario: fa dire ai cineasti e al regista stesso in questione ciò che noi tutti ci diciamo tra di noi: insieme a dei grandi bei film, Woody Allen ha fatto un sacco di scemenze, qualche scivolone, la gente gli dice «perché non ti prendi un anno e il prossimo film lo fai uscire tra due?» e lui risponde «se faccio tantissimi film, prima o poi ne verrà uno buono». Un documentario, questo, che passa in rassegna ciò che è successo, che la mia generazione non sa (tipo lo scandalo per la relazione con la figlia adottiva) e ci aggiunge poche altre cose: la macchina da scrivere che è la stessa da quarant'anni, la sala di montaggio.
Si ride, spesso, molto, ma non perché il documentario faccia ridere, solo perché fanno ridere le immagini di repertorio, le scene dei film, gli spezzoni in televisione. Il documentario si sforza davvero poco. Due sole immagini prese dal set, poche interviste agli attori che dicono ciò che ci si può aspettare da un attore che parla del regista che lo dirige (fa eccezione il perfezionista Josh Brolin), tanti complimenti e qualche ammissione di colpa per gli errori del passato. Ma gli errori più grandi, Woody Allen, li ha fatti adesso (viene mostrato e nominato Incontrerai L'uomo Dei Tuoi Sogni senza sottolinearne la schifezza), e invece si guarda al presente solo per il grande successo di Midnight In Paris e per il cambio di registro del bellissimo Match Point.
Presentato al primo giorno di Festival di Cannes 2012, che senza Allen non riesce proprio a stare, l'insipido documentario è diretto da Robert B. Weide, che con Larry David ci ha lavorato per Curb Your Enthusiasm ed è stato regista di quella serie e di Parks And Recreation.
Decisamente molto più interessante la travagliata vita di Roman Polanski, pure quella passata per Cannes e adesso al cinema.

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