Il Dittatore
The Dictator, 2012, USA, 83 minuti
Regia: Larry Charles
Sceneggiatura originale: Sacha Baron Cohen, Alec Berg,David Mandel, Jeff Schaffer
Cast: Sacha Baron Cohen, Sayed Badreya, Ben Kingsley,
Anna Faris, John C. Reilly, Megan Fox
Voto: 6.5/ 10
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Nel trailer e nella locandina italiana trovate scritto, tra i pochi attori celebri, Megan Fox, ma aspettatevi di trovarla in appena quaranta secondi, in cui finge di godere, ritira un regalino, scatta una foto e scappa. Molto più presente di lei, nell'intera pellicola, è Anna Faris, mora per finta e bionda nella realtà, è stata bionda in un sacco di film di cui non andare fieri: La Coniglietta Di Casa, Hot Chick e, soprattutto, una serie di Scary Movie (a onor del vero, è anche in Brokeback Mountain e Lost In Traslation): e non si può non tirare in ballo la comicità e la struttura di Scary Movie: il tremendo Sacha Baron Cohen (Golden Globe come miglior attore comedy e nomination all'Oscar per la sceneggiatura, entrambi per Borat), che ci ha abituato a questo genere di proto-cinema un po' docu-fiction e un po' vera finzione, che ha portato sullo schermo personaggi così macchiette da sfiorare il grottesco (Brüno), finisce che arriva al quarto film da produttore/ sceneggiatore/ interprete e scade nella banalità, nell'americanezza, parte in quarta a livello di satira e di follia nel montaggio e poi s'appiattisce sul più bello ricordando la storia de Il Principe E Il Povero e i soldi che è disposto a spendere il pubblico in sala.
Dittatore dello stato di Wadiya, ci fa ridere a crepapelle per le sue abitudini sportive, l'inserimento del termine “Aladeen” nel linguaggio comune in sostituzione di 500 altre parole, la considerazione della donna e la soluzione facile nel giustiziare. Sbarca in America per un incontro coi vertici che vorrebbero istituire la democrazia lì dove lui ha il suo impero, in cui in realtà si sente molto solo, ma ecco che uno dei suoi sosia - costruiti apposta su persone comuni per ricevere pallottole in testa - prende il suo posto e lui, irriconoscibile senza barba, prende il posto di un commesso di green-peace in un negozio bio e s'infatua di una Zoey, la Anna Faris di cui prima, che pare un maschio con le tette.
Ciao, satira! Le belle battute si spengono a discapito di una storia d'amore banale e cretina, con dei ralenty tremendi e dei picchi di demenzialità da mani nei capelli (il parto nel supermercato, infinito e imbarazzante). Le incursioni televisive iniziali compaiono poi solo alla fine, con questi due presentatori di TG che non capiamo se ci sono o ci fanno. John C. Reilly, anche lui presente due secondi, fa una battuta e mezzo molto poco carina. Ben Kingsley, amico nemico, è reduce dal set di Hugo Cabret che ha condiviso con Cohen per la regia di Martin Scorsese, dove tutt'e due interpretavano personaggioni benissimamente vestiti.
Prova di sceneggiatore fallita, questa per il nostro Sacha Baron che ama parlar male della nazione che gli dà il pane, ma superata di nuovo come attore e umorista; il pubblico, ovviamente, invece lo premia, e si sganascia al cinema facendolo stare al primo posto dei film più visti della scorsa settimana (ha superato Men In Black). Non gli dò l'insufficienza perché qualche trovata (quella delle polaroid, quella delle figlie se nascono femmine) è davvero geniale, e la satira arabica (ma ancora di più americana), anche se latente, necessaria.
Concordo pienamente sul fatto che è un pò scaduto con questo film!
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